Notizie pubblicate dal 2016 al 2020

Esperta di sicurezza informatica rivela: “Se i genitori vedessero quello che vedo io, non darebbero ai loro figli i cellulari”

2020-07-17

Silvia Barrera, esperta di sicurezza informatica della polizia, ha pubblicato un libro: “I nostri figli sul Web – 50 cose che dovremmo sapere per una buona prevenzione digitale” in cui analizza come i giovani usano la rete. Mette in guardia i genitori dall’abbandonare i figli, soprattutto i più piccoli, con il telefono tutto il giorno e la notte.

“Questo è il mondo in cui sono nati. Lo vivono con la stessa intensità con cui viviamo il mondo fisico in quel momento e quindi devono essere compresi.

Ecco perché è fondamentale creare una cultura digitale fin dall’infanzia. Questo è ciò che stanno per proiettare nella loro vita! È un investimento nel futuro.

Internet non è un fenomeno che finirà un giorno. Ecco perché è così importante capire questo nuovo mondo.

Padri e madri, dovete insegnare loro che non possono rimanere connessi tutto il giorno e che, prima di andare a letto, dovrebbero andare in camera senza il cellulare.

In famiglia, dovrebbero essere create regole d’uso ed un clima di fiducia, perché i bambini cercano determinate app, social network o altre cose su Internet da soli”.

Fonte: News varie

Una psicologa indaga sulle chat dei ragazzi

2020-07-12

“Se da un punto di vista psicologico l’infanzia e l’adolescenza esistono ancora, da un punto di vista sociologico sono sparite. E la tecnologia ha accelerato questo processo: davanti ad uno schermo non c’è più nessuna differenza tra adulti e adolescenti. E questi ultimi sono molto più svegli di noi, anche in grado di accedere facilmente al dark web”. E’ il parere di Maria Beatrice Toro, psicologa e psicoterapeuta, sulla “chat dell’orrore” usata da giovanissimi dove venivano scambiate immagini molto violente.

Maria Beatrice Toro, Direttore Didattico della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo Interpersonale SCINT di Roma, dopo aver indagato sulle chat rooms utilizzate dai ragazzi di oggi, afferma: “Nella vita reale non esiste più la mediazione e il filtro dell’adulto, fruiamo degli stessi intrattenimenti e delle stesse notizie, sui social e sul web. Ma mentre gli adulti sono ‘scolarizzati’, gli adolescenti hanno una immaturità celebrale e un bisogno infinito di esplorazione e trasgressione, come del resto è sempre stato, che li porta ad essere attratti da contenuti estremi. È una gara al peggio, a chi è più bravo a trovare cose orrende, prima erano le gare sui binari, ora la violenza sul web. Un fenomeno che è aumentato durante il periodo claustrofobico del Covid”.

I ragazzi sono capaci anche di navigare nel dark web e trovare contenuti estremi. Per i genitori è “difficile essere informati e stare al loro stesso livello”.

Una rivoluzione nell’accesso a Internet

2020-06-30

Anche se, come al solito, bisognerà attendere per la sua applicazione, è in vigore da oggi l’articolo 7-bis del Decreto Legge 30 aprile 2020, n. 28:

Sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio

  1. I contratti di fornitura nei servizi di comunicazione elettronica disciplinati dal codice di cui al decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, devono prevedere tra i servizi preattivati sistemi di controllo parentale ovvero di filtro di contenuti inappropriati per i minori e di blocco di contenuti riservati ad un pubblico di età superiore agli anni diciotto.
  2. I servizi preattivati di cui al comma 1 sono gratuiti e disattivabili solo su richiesta del consumatore, titolare del contratto.
  3. Gli operatori di telefonia, di reti televisive e di comunicazioni elettroniche assicurano adeguate forme di pubblicità dei servizi preattivati di cui al comma 1 in modo da assicurare che i consumatori possano compiere scelte informate.
  4. In caso di violazione degli obblighi di cui al presente articolo, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ordina all’operatore la cessazione della condotta e la restituzione delle eventuali somme ingiustificatamente addebitate agli utenti, indicando in ogni caso un termine non inferiore a sessanta giorni entro cui adempiere.

Questo vuol dire che i fornitori non potranno addebitare costi per i filtri e dovranno implementarlo gratis sin dall’inizio, senza attendere una richiesta da parte del genitore.

Il cervello umano non è fatto per il porno online

2020-06-17

Traducendo un articolo di Your Brain On Porn si capisce che non siamo fatti per la consumare pornografia online. Questa ci espone, infatti, a rilevanti cambiamenti nel nostro cervello che portano a ricadute sulla psiche e salute sessuale. Tra queste ci sono cali di libido e di soddisfazione nella vita sessuale.

La facilità di accesso, la possibilità di avere stimoli sempre nuovi in un arco di tempo ristretto sono le principali ragioni per le quali la pornografia online (più di qualsiasi altra forma di immagine pornografica, come ad esempio riviste o foto) mette alla prova l’equilibrio della nostra salute sessuale. I motivi sono da ricercarsi nel funzionamento del sistema di ricompensa ovvero l’insieme di strutture neurali responsabile, tra le altre cose, del perseguimento di funzioni necessarie per la nostra sopravvivenza e la propagazione della specie.

Da Google, risorse per insegnare ai bambini la sicurezza in rete

2020-06-16

Sabato 20 e domenica 21 giugno, la Fondazione Mondo Digitale invita i bambini e i preadolescenti al mondo virtuale di Google Interland, per imparare come navigare in rete in modo sicuro. Il gioco è gratuito ed esplora territori diversi per affrontare hackers, phishers, bulli e diventare un internauta consapevole.

Safer Internet Day 2020

2020-02-11

La Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha dichiarato: Credo che oggi, al Safer Internet Day a Napoli, abbiamo lanciamo un messaggio semplice ma importante: di fronte alle sfide e ai pericoli della Rete e del digitale i nostri ragazzi non sono soli. Noi ci siamo. Come adulti, come istituzioni, come scuola. Siamo al loro fianco e, spero, siamo anche pronti a fare un passetto in più perché dobbiamo dare il buon esempio, soprattutto noi politici. Basta aggressioni sui social. È nostra responsabilità liberare questi strumenti dal linguaggio d’odio. Penso sia ora di assumerci definitivamente la responsabilità di guidare i giovani in questo labirinto. Ai ragazzi, che sono nativi digitali sembra di poter fare tutto e bene con il proprio cellulare. Ma basta poco per perdere il controllo dei propri dati, della propria identità, per finire nei guai. La scuola può fornire le competenze per decidere che vale di più, ad esempio, la nostra privacy di un like. C’è un’aggressività verbale che non è più tollerabile e noi dobbiamo intervenire. Lo faremo anche con le linee guida sull’educazione civica.

A Napoli è stata presentata anche la ricerca di Generazioni Connesse curata da Skuola.net, Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e Università degli Studi di Firenze. Tra i dati emersi si rileva che 9 ragazzi su 10 raccontano di aver parlato con i docenti di temi legati all’educazione digitale almeno una volta. Fondamentale per una generazione in cui solo il 4% degli intervistati si definisce “poco connesso”. Secondo l’indagine, infatti, ben il 46% dei ragazzi sentiti (oltre 5mila studenti di scuole secondarie di primo e secondo grado, i soggetti potenzialmente più esposti) dichiara di navigare 3-4 ore al giorno, il 23% addirittura 5-10 ore. Il 34% dei partecipanti alla ricerca è incappato in episodi di cyberbullismo. Di questi, il 77% li ha segnalati o ha chiesto consiglio a qualcuno su come comportarsi. Mentre il 39% di studenti incappati in una fake news l’ha segnalata ed eliminata dai propri social. Tra i giovani adolescenti cominciano a fare effetto le campagne sull’uso consapevole della Rete. La percezione dei rischi sale: ad esempio, 9 su 10 si dicono infastiditi quando, navigando, s’imbattono in episodi di cyberbullismo.

Per i genitori Internet è considerato un luogo a rischio per i bambini

2020-02-03

La scuola, gli oratori o parrocchie, e le strutture sportive: per circa 1 adulto su 4 e 1 ragazzo su 5, in Italia, sono questi i luoghi abitualmente frequentati da bambini e adolescenti dove maggiore può essere il rischio di subire comportamenti inappropriati, maltrattamenti e abusi da parte degli adulti. Minacce concrete alle quali i minori sono esposti soprattutto in Internet, considerato un luogo a rischio per circa 8 adulti e 7 ragazzi su 10. In un caso o nell’altro, tra i pericoli principali per i bambini la possibilità che vengano loro imposti rapporti fisici indesiderati (per il 50% sia degli adulti che dei ragazzi) o che vengano compiuti una serie di illeciti attraverso internet, tra cui la richiesta di inviare immagini intime in cambio di regali (secondo la metà dei ragazzi e 6 adulti su 10) o di diffonderle senza il consenso dell’interessato (60% degli adulti e la metà dei ragazzi).

Microsoft introduce una nuova tecnica contro i predatori sessuali di bambini in rete

2020-01-09

Negli ultimi due anni Microsoft ha lavorato al Progetto Artemis insieme ad alcune altre aziende per sviluppare metodi di intercettazione di materiale pedopornografico in rete. È un’evoluzione delle iniziative già intraprese in passato, come PhotoDNA che identifica rapidamente le immagini di atti di pedofilia già condivise in rete.

L’ente non profit Thorn ha prodotto software per accelerare i tempi di analisi e identificazione di vittime e pedofili ma soprattutto ha coinvolto grandi aziende e istituzioni in una rete di segnalazione e reazione. In un TED Talk una responsabile di Thorn spiega la nascita ed evoluzione del loro sistema.

YouTube si adegua alle norme di protezione dei minori

2020-01-06

Dopo aver ricevuto a settembre 2019 la multa di 170 milioni di dollari per aver violato la legge sulla privacy dei minorenni, Google si adegua al Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA) e richiede a tutti coloro che pubblicano video su YouTube di specificare se sono adatti ai minori. In questo caso sono disabilitati i commenti e le notifiche e non appaiono pubblicità personalizzate.

È lecito controllare il telefonino del proprio figlio senza che lo sappia?

2019-11-22

Armando Bressan riassume su Agenda Digitale i principi generali e la normativa vigente in Italia riguardo alla possibilità di controllare il telefonino dei propri figli, a loro insaputa.

L’obbligo giuridico di responsabilità è ineliminabile: nel nostro ordinamento il minore d’età non dispone della capacità di agire ed è sottoposto alla responsabilità genitoriale, quella che un tempo era definita patria potestà. Tuttavia la Suprema Corte (sentenza 17 luglio 2014, n. 41192), interrogata in materia di illecita captazione di comunicazioni telefoniche, ha sostenuto che il dovere di vigilanza non può giustificare qualsiasi intromissione indebita nella sfera del minore: il diritto/dovere di vigilare sulle comunicazioni del minore da parte del genitore non giustifichi indiscriminatamente qualsiasi altrimenti illecita intrusione nella sfera di riservatezza del primo […] ma solo quelle interferenze che siano determinate da una effettiva necessità.

Che cosa c’è nei telefonini dei ragazzi italiani?

2019-10-21

Skuola.net ha intervistato 4.000 ragazzi tra 11 e 25 anni in tutta Italia chiedendo loro di mostrare i contenuti del telefonino personale. In un terzo dei casi ha verificato l’esistenza di materiale “discutibile”: video porno, challenge pericolose e altro. L’iniziativa è nata sull’onda della scoperta della chat “The Shoah Party” nella quale i partecipanti si scambiavano inni all’ISIS e al nazismo, insulti razzisti, video porno e pedopornografici, contenuti violenti.

Il mezzo di scambio prevalente è nel 60% WhatsApp e nel 35% Instagram, sempre con chat collettive. Un terzo dei ragazzi partecipa a gruppi con sconosciuti. Solamente il 9% comunica esclusivamente con i familiari usando le chat.

Tra quelli che hanno specificato i contenuti dei loro telefonini, nel 65% si tratta di pornografia, 11% violenza, 8% fascismo e nazismo, 7% inviti a comportamenti pericolosi, 5% bullismo, 4% razzismo.

La motivazione principale, per oltre la metà dei ragazzi è il divertimento, mentre un quarto è interessato al tema.

Significativo il fatto che il 70% sa perfettamente di muoversi al confine della legalità.

Gli adolescenti si lamentano che i loro genitori non tutelano la privacy dei figli

2019-10-09

Per l’11% degli adolescenti è un grave problema il fatto che i loro genitori pubblichino sui social media foto o notizie che li riguardano. Per un altro 31% è un problema, mentre un altro 30% non se ne preoccupa. Solo il 28% dichiara che i genitori non hanno mai pubblicato nulla senza il loro consenso.

È uno dei risultati emersi dal rapporto annuale 2019 della Microsoft che ha coinvolto Argentina, Belgio, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Francia, Germania, India, Indonesia, Irlanda, Italia, Malesia, Messico, Paesi Bassi, Perù, Polonia, Russia, Singapore, Sudafrica, Turchia, U.K., Ungheria, U.S.A. e Vietnam.

I due terzi degli intervistati hanno affermato di essere stati vittima di almeno uno dei 21 rischi in rete proposti, di natura comportamentale (ad esempio, bullismo), sessuale, reputazionale o personale.

YouTube kids anche per il web

2019-08-30

La App YouTube Kids pubblicata in Italia nel 2018, è stata ampliata per offrire lo stesso servizio anche su computer, via web. Contiene filmati adatti ai bambini, suddivisi in categorie. Il genitore può impostare un profilo per il figlio e decidere anche cosa può vedere. Ci sono strumenti basati sull’età, temporizzatori di visualizzazione e blocco di contenuti non graditi.

A questo ecosistema appartiene anche l’App Family Link che consente di impostare regole di navigazione per i figli e seguire i loro spostamenti, creando account Google speciali per minori di 14 anni (età minima in Italia per avere un proprio account).

Aumentano le vittime del cyberbullismo

2019-07-23

Il Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti, durante la sua audizione in Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza nell’ambito dell’indagine su bullismo e cyberbullismo, ha riportato dati della ricerca EU Kids Online 2019, realizzata dal Centro di ricerca sui media e la comunicazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in collaborazione con il Ministero: “Siamo passati dal 6% del 2010 di vittime al 13% nel 2017”. L’indagine è stata realizzata su un campione rappresentativo di circa 1000 ragazze e ragazzi dai 9 ai 17 anni. Il 31% degli intervistati tra gli 11 e i 17 anni ha dichiarato di aver visto online messaggi d’odio o commenti offensivi contro un individuo o un gruppo. Di fronte a tali messaggi il sentimento più diffuso è la tristezza seguita da rabbia, disprezzo, vergogna. Il Ministro ha aggiunto: “Nonostante questo, tuttavia, il 58% del campione afferma di non aver fatto nulla per difendere la vittima. Dall’indagine emerge, inoltre, che è ancora alto il numero di ragazzi che sono indifferenti ai rischi della rete internet; sono, infatti, circa il 35% coloro che ignorano il problema sperando si risolva da solo”.

YouTube ha violato la privacy dei bambini

2019-07-20

Il Children’s Online Privacy Protection Act negli Stati Uniti vieta di tracciare e “profilare” gli utenti sotto i 13 anni. La Federal Trade Commission ha rilevato una violazione da parte di YouTube e ha proposto una multa di diversi milioni di dollari. La decisione finale spetta al Ministero della Giustizia.

Pochi mesi fa la app Musical.ly poi diventata TikTok aveva ricevuto una multa di 5,7 milioni di dollari per aver raccolto dati personali di minori sotto i 13 anni.

Anche minorenni tra indagati per diffusione di video pedopornografici

2019-06-21

Il Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania, notoriamente molto attivo e competente, si è mosso su denuncia della madre di un adolescente che aveva trovato immagini pedopornografiche sul telefonino del figlio, in gruppi WhatsApp. Sono state indagate 51 persone, tra cui 30 minorenni per detenzione e divulgazione di pornografia minorile online ed è stato sequestrato molto materiale informatico.

Libro bianco sui danni in rete

2019-04-08

Il Dipartimento per il Digitale, la Cultura, i Media e lo Sport in U.K. ha proposto un garante indipendente che rediga un codice di comportamento delle aziende che forniscono servizi su Internet (social networks e altre) al fine di evitare danni come la propaganda terroristica o gli abusi sui minori.

Ha pubblicato un libro bianco nel quale chiede il potere al garante di comminare multe alle aziende che non rispettino le regole, così come la possibilità di bloccare siti web in caso di necessità.

Papa Francesco per la difesa dei minori

2019-03-29

Papa Francesco ha promulgato la legge CCXCVII sulla protezione dei minori e delle persone vulnerabili, per rafforzare la difesa da pedofili e altri criminali che, anche in Vaticano, sono presenti. Tra le nuove disposizioni, c’è l’obbligo della denuncia penale e la rimozione dagli incarichi del condannato per abuso di minore o persona vulnerabile.

YouTube e i video con minorenni

2019-02-22

Più di 400 canali e decine di milioni di commenti sono stati cancellati da YouTube nel tentativo di arginare il fenomeno dell’utilizzo improprio di video in cui appaiono bambini. Non sono pornografici: spesso si tratta di riprese dei propri figli fatte dai genitori o durante eventi scolastici. Hanno però commenti che suggeriscono a quale secondo mettere in pausa un video, in modo da vedere meglio i bambini, e in alcuni casi le loro parti intime. Altri commenti contengono indicazioni su come trovare video più espliciti con minorenni su alcuni siti, oppure suggerimenti su come usare YouTube per trovare altri contenuti con minori.

L’intelligenza artificiale contro il bullismo

2019-02-11

Partendo dal dato del 59% degli adolescenti statunitensi che affermano di aver subito atti di bullismo in rete, la giornalista della BBC racconta dei tentativi di un ricercatore belga che utilizza tecniche di intelligenza artificiale per identificare su alcune reti sociali le affermazioni “aggressive”. Non si tratta di individuare singole parole, ma di analizzare il contesto per capire se si tratta di cyberbullismo.

Anche Instagram sta sperimentando sistemi di analisi delle foto, dei filmati e delle descrizioni, a questo riguardo.

Altri scienziati cercano di capire, dai testi pubblicati, se il loro autore ha intenzione di suicidarsi. I ricercatori della Carnegie Mellon University hanno elaborato una tecnica accurata al 91% in questi casi.

Quando è lecito pubblicare in rete le foto di figli minorenni?

2019-01-16

Per poter pubblicare immagini di figli minorenni su Facebook o su altri social networks è necessario il consenso esplicito di entrambi i genitori. In Italia, se il minore ha più di 14 anni, è necessario anche il suo parere positivo. In ogni caso la pubblicazione deve rispettare decoro e reputazione dell’interessato.

Per quanto riguarda fatti di cronaca che coinvolgono minorenni, i giornalisti non possono pubblicarne i nomi né fornire dettagli per la loro identificazione.

Fortnite usato da un pedofilo per adescare bambini

2019-01-11

Fingendosi un ragazzo di 16 anni un pedofilo cagliaritano ha usato Fortnite, gioco online molto popolare, per ottenere da bambini di 10 anni loro foto e filmati in pose erotiche, in cambio di ricariche da utilizzare nel gioco. Ha usato anche WhatsApp per gli stessi scopi. È stato arrestato per detenzione di materiale pedopornografico, pornografia minorile e adescamento di minorenni.

Stare molto tempo davanti a uno schermo non è di per sé dannoso

2019-01-04

Sul BMJ Open medical journal è stata pubblicata una ricerca pediatrica sugli effetti del tempo trascorso davanti a uno schemo da parte di bambini e adolescenti, analizzando studi e indagini sull’argomento.

L’unica associazione negativa del tempo eccessivo davanti a computer o telefono o TV è quella con l’obesità e con sintomi di depressione. Tuttavia gli autori ritengono che piuttosto che la causa, lo stare davanti allo schermo sia l’effetto di quelle patologie.

Non hanno rilevato correlazioni con suicidi, asma, dolori, anoressia, bulimia.

È abbastanza accertato che stare davanti a uno schermo (telefono o computer) prima di andare a dormire è causa di difficoltà nel sonno per l’effetto della luce blu sulla secrezione della melatonina. Non è ancora stabilito se la modalità “notte” degli smartphone sia davvero efficace.

Il Royal College of Paediatrics and Child Health britannico nel ratificare quanto scritto nell’articolo, consiglia tuttavia una vigilanza continua da parte dei genitori sia per la quantità, ma soprattutto per la qualità dell’uso di apparecchi elettronici da parte dei bambini.

Filtro antiporno nei negozi Starbucks

2018-11-30

Dal 2019 nei locali Starbucks non si potrà usare il WiFi per accedere a contenuti pornografici. Mentre l’utilizzo di filtri della navigazione nelle famiglie è in calo, quello nelle aziende cresce per motivi diversi. Nel caso di Starbucks, come già McDonald’s dal 2016, si tratta di evitare che molestatori e pedofili approfittino della rete dei bar e fast food shops per le loro attività criminali, cercando di restare anonimi.

Il ruolo della scuola nella prevenzione della dipendenza dai telefonini

2018-11-16

Un articolo di Daniele Lucangeli e Laura Mattera dell’Università di Padova mette in luce le conseguenze negative della dipendenza dallo smartphone nei bambini. Sette su dieci di loro preferiscono giocare con il cellulare piuttosto che all’aria aperta o con gli amici.

Analizzano il sistema della ricompensa che coinvolge la dopamina ogni volta che il telefono suona o arriva un messaggio o un like dai social networks. Il fenomeno ripetuto dà origine alla dipendenza. In mancanza del telefonino si nota nei bambini dipendenti ansia con aumento della pressione e del battito cardiaco.

Concludono con un appello alla Scuola che dovrebbe cercare di guidare il processo di utilizzo di questi strumenti per prevenirne la dipendenza.

L’azione della Polizia italiana nel deep web

2018-06-20

Se pubblichiamo in rete la foto di un bambino, non sappiamo chi la può manipolare e riutilizzare per fini delinquenziali. Il Direttore della II Divisione del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni ha parlato in un convegno a Roma intitolato “Dove non arriva la privacy. Come creare una cultura della riservatezza”.

La Polizia impiega un centinaio di agenti sotto copertura nel Dark Web, dove “passano tutti i traffici illeciti, da quelli di materiale pedopornografico, di droga, di armi, al reclutamento di un killer, come nel caso di una signora norvegese che abbiamo identificato. Lo voleva utilizzare contro un italiano che si era comportato male con lei”. Si tratta di una rete parallela, accessibile attraverso software dedicati, che promette l’anonimato totale. In realtà, sia pure con grande sforzo, è possibile risalire ai responsabili dei crimini.

Ha anche accennato al fenomeno dei ricatti attraverso foto o filmati intimi delle vittime: “Ci sono arrivate 20.000 denunce legate a questi crimini, cinque persone che li hanno subiti si sono suicidate”.

Ha ribadito “che i genitori invece di negare l’uso della rete e dei device siano educatori, li accompagnino in un percorso”, perché ogni anno “facciamo centinaia di perquisizioni in case di persone totalmente ignare di quello che facevano i figli online”.

La dipendenza da videogiochi è una malattia mentale

2018-06-18

Nella ICD-11, la classificazione internazionale delle malattie a cura dell’Organizzazione Mondiale della Salute, è stata inserita una nuova patologia mentale, il “gaming disorder”. Sembra infatti che l’eccesso di gioco al computer sia causa di disturbi fisici e problemi alimentari.

Giornata nazionale della difesa contro la pedofilia

2018-05-05

Oggi si celebra la giornata per la lotta alla pedofilia in tutta Italia.

Qualcuno ha osservato recentemente che nel Catechismo della Chiesa Cattolica non è citata mai la parola “pedofilia” e ha proposto di inserirla perché più chiara ed esplicita rispetto ai giri di parole utilizzati nei punti in cui tratta degli abusi sessuali. Si è anche chiesto perché non sia stato usato quel termine. Una risposta la dà lo strumento di Google Ngram viewer che permette di calcolare la frequenza negli anni di una parola in tutti i libri scanditi da Google Books. Nel grafico sottostante si può notare chiaramente come fino al 1996 (guarda caso, l’inizio dell’era Internet), il termine era praticamente sconosciuto nei testi a stampa. Il Catechismo fu pubblicato nel 1992 e rispondeva quindi alla consuetudine linguistica del tempo.

Posso aggiungere una testimonianza personale. Mi sono occupato di protezione dei minori in rete da quando ho iniziato a utilizzare il primo vero motore di ricerca Altavista (fine 1995: usavo Internet dal 1994 quando non c’erano ancora le immagini) avendo intuito che la facilità di trovare immagini inadatte ai bambini potesse provocare danni alla loro formazione. Nel 1999 presentai a un congresso internazionale di Etica e computer un articolo sui limiti tecnici dei sistemi di controllo della navigazione (parental control), dimostrando che erano facilmente aggirabili (adesso sono molto più robusti). Durante la mia esposizione una congressista scandinava mi chiese informazioni sulla situazione italiana della pedofilia in rete. Risposi, candidamente, che non mi sembrava un gran problema perché in Italia gli interessi della gente in ambito sessule erano di altra natura. Ci volle poco tempo per capire che mi ero sbagliato di grosso e che il fenomeno era presente, ma nascosto. Ecco perché nacque questo portale www.ilFiltro.it, perché la rete ha consentito ai pedofili di trovare consenso tra altri “colleghi”, mentre prima erano abitualmente persone isolate con un ambito “locale”. Il fenomeno si è così allargato, anche per la facilità di reperire materiale, scambiandoselo: c’è un grosso mercato della pedopornografia alimentato anche da chi pedofilo non è, ma approfitta della situazione. Il vantaggio sta nell’aver fatto emergere un problema antico: ricordo perfettamente il pedofilo che entrò nel portone di casa mia dopo aver tentato di adescare una bambina mia coetanea: andai a chiedere a papà spiegazioni. Adesso un bambino cercherebbe su Google, con effetti non prevedibili…

Michele Crudele

Nella blockchain dei Bitcoin ci sono riferimenti a immagini pedopornografiche

2018-03-21

Alcuni ricercatori tedeschi hanno trovato nella cosidetta catena (blockchain) dei Bitcoin alcune immagini a contenuto sessuale e collegamenti a foto pedopornografiche. Poiché il sistema di gestione di questa valuta elettronica si basa sulla duplicazione dei registri delle transazioni su molti computer in tutto il mondo, significa che tutto ciò è archiviato all’insaputa dei loro proprietari (che partecipano alla catena) con il rischio di essere accusati nel proprio Paese di detenzione di materiale illegale.

Il governo britannico rimanda la data per l’obbligo della verifica dell’età degli utenti dei siti pornografici

2018-03-12

Nel luglio 2017 il governo britannico ha annunciato che avrebbe imposto a tutti coloro che accedono a pornografia su Internet la verifica della propria età. Vuol dire che ogni sito pornografico commerciale dovrà verificare che il visitatore sia maggiorenne prima di lasciarlo accedere.

La data prevista era aprile 2018 ma è stata posticipata a fine anno. Uno dei problemi è il metodo di verifica che il governo ha lasciato alla libera determinazione dell’industria del porno. Di fatto domina il metodo già impiegato da MindGeek che possiede i più grandi canali pornografici su Internet, come Youporn, Pornhub e RedTube. Se gli altri dovranno usare il suo, potrebbero esserci politiche anti concorrenziali.

La dignità dei bambini nel mondo digitale

2017-10-06

Papa Francesco ha parlato ai partecipanti al congresso “Child dignity in the digital world”. Riportiamo i passi più significativi, rimandando al testo completo.

Sappiamo che oggi i minori sono più di un quarto degli oltre tre miliardi di utilizzatori di internet, e questo vuol dire che oltre 800 milioni di minori navigano nella rete. Sappiamo che nella sola India nell’arco di due anni oltre 500 milioni di persone avranno accesso alla rete, e la metà di esse saranno minori. Che cosa trovano nella rete? E come sono considerati da chi, in diversi modi, ha potere sulla rete?

Dobbiamo avere gli occhi aperti e non nasconderci una verità che è spiacevole e non vorremmo vedere. Del resto, non abbiamo forse capito abbastanza in questi anni che nascondere la realtà degli abusi sessuali è un errore gravissimo e fonte di tanti mali? Allora, guardiamo la realtà, come l’avete guardata voi in questi giorni. Nella rete dilagano fenomeni gravissimi: la diffusione di immagini pornografiche sempre più estreme perché con l’assuefazione si alza la soglia di stimolazione; il crescente fenomeno del sexting fra i giovani e le ragazze che usano i social media; il bullismo che si esprime sempre più online ed è vera violenza morale e fisica contro la dignità degli altri giovani; la sextortion; l’adescamento dei minori a scopo sessuale tramite la rete è ormai un fatto di cui le cronache parlano continuamente; per arrivare fino ai crimini più gravi e spaventosi dell’organizzazione online del traffico delle persone, della prostituzione, perfino dell’ordinazione e della visione in diretta di stupri e violenze su minori commessi in altre parti del mondo. La rete ha perciò un suo aspetto oscuro e delle sue regioni oscure (la dark net) dove il male trova modi sempre nuovi e più efficaci, pervasivi e capillari per agire ed espandersi.[…]

Di fronte a tutto ciò restiamo certamente inorriditi. Ma purtroppo restiamo anche disorientati. Come sapete bene e ci insegnate, caratteristica della rete è proprio la sua natura globale, che copre il pianeta superando ogni confine, diventando sempre più capillare, raggiungendo dovunque ogni genere di utilizzatore, anche i bambini, tramite dispositivi mobili sempre più agili e maneggevoli. Perciò oggi nessuno al mondo, nessuna autorità nazionale da sola si sente capace di abbracciare adeguatamente e di controllare le dimensioni e lo sviluppo di questi fenomeni, che si intrecciano e si collegano con altri problemi drammatici connessi alla rete, come i traffici illeciti, la criminalità economica e finanziaria, il terrorismo internazionale. Anche dal punto di vista educativo ci sentiamo disorientati, perché la rapidità dello sviluppo mette “fuori gioco” le generazioni più anziane, rendendo difficilissimo o quasi impossibile il dialogo fra le generazioni e la trasmissione equilibrata delle norme e della saggezza di vita acquisita con l’esperienza degli anni […]

Perché questa mobilitazione sia efficace, vi invito a contrastare decisamente alcuni possibili errori di prospettiva. Mi limito ad indicarne tre.

Il primo è sottovalutare il danno che viene fatto ai minori dai fenomeni prima ricordati. La difficoltà di arginarli ci può indurre nella tentazione di dire: “In fondo la situazione non è poi così grave…”. Ma i progressi della neurobiologia, della psicologia, della psichiatria, portano invece a rilevare l’impatto profondo delle immagini violente e sessuali sulle menti malleabili dei bambini, a riconoscere i disturbi psicologici che si manifestano nella crescita, le situazioni e i comportamenti di dipendenza, di vera schiavitù conseguenti all’abuso nel consumo di immagini provocanti o violente. Sono disturbi che incideranno pesantemente sull’intera vita dei bambini di oggi.

E qui mi sia permesso di fare un’osservazione. Giustamente si insiste sulla gravità di questi problemi per i minori, ma di riflesso si può sottovalutare o cercare di far dimenticare che esistono anche problemi per gli adulti e che il limite di distinzione fra la minore e la maggiore età è necessario per le normative giuridiche, ma non è sufficiente per affrontare le sfide, perché la diffusione della pornografia sempre più estrema e degli altri usi impropri della rete non solo causa disturbi, dipendenze e gravi danni anche fra gli adulti, ma incide effettivamente anche sull’immaginario dell’amore e sulle relazioni tra i sessi. E sarebbe una grave illusione pensare che una società in cui il consumo abnorme del sesso nella rete dilaga fra gli adulti sia poi capace di proteggere efficacemente i minori.

Il secondo errore è pensare che le soluzioni tecniche automatiche, i filtri costruiti in base ad algoritmi sempre più raffinati per identificare e bloccare la diffusione delle immagini abusive e dannose siano sufficienti per fronteggiare i problemi. Certamente si tratta di misure necessarie. Certamente le imprese che mettono a disposizione di milioni di persone social media e strumenti informatici sempre più potenti, capillari e veloci, devono investire in ciò una parte proporzionalmente considerevole dei loro grandi proventi economici. Ma è anche necessario che, all’interno stesso della dinamica dello sviluppo tecnico, la forza dell’esigenza etica sia sentita dai suoi attori e protagonisti con molto maggiore urgenza, in tutta la sua ampiezza e nelle sue diverse implicazioni.

E qui ci troviamo a fare i conti con il terzo possibile errore di prospettiva, che consiste nella visione ideologica e mitica della rete come regno della libertà senza limiti. Giustamente sono presenti fra voi anche rappresentanti di chi deve fare le leggi e di chi deve farle osservare a garanzia e tutela del bene comune e delle singole persone. La rete ha aperto uno spazio nuovo e larghissimo di libera espressione e scambio delle idee e delle informazioni. E’ certamente un bene, ma, come vediamo, ha anche offerto strumenti nuovi per attività illecite orribili e, nel campo di cui ci occupiamo, per l’abuso e l’offesa della dignità dei minori, per la corruzione delle loro menti e la violenza sui loro corpi. Qui non si tratta di esercizio di libertà, ma di crimini, contro cui bisogna procedere con intelligenza e determinazione, allargando la collaborazione dei governi e delle forze dell’ordine a livello globale, come globale è diventata la rete […]

6 settimane per la sicurezza in rete

2017-09-25

Cominciano oggi le sei settimane dedicate alla Sicurezza in Rete e al corretto utilizzo di Internet promosse dal Safer Internet Centre Italy: si concluderanno il 5 novembre. I #Supererrori aiuteranno Genitori e Studenti a comprendere e conoscere meglio i pericoli della Rete e, attraverso le loro disavventure quotidiane, ci insegneranno come prevenire questi pericoli, utilizzando con consapevolezza e padronanza le risorse di Internet! Si tratta di miniserie di cartoni animati divertenti pubblicati su Facebook: ogni settimana si affronta un argomento.

Il riscatto si paga con proprie foto nudi

2017-09-21

Sembra che una nuova frontiera del ransomware, cioè la crittografia dei propri dati ad opera di un pirata informatico, sia il pagamento del riscatto, per avere la chiave di decifratura, con proprie foto nudi. Cosa ci guadagna il delinquente? Immaginiamo che le rivenda in rete per guadagnarci, oppure le utilizzerà successivamente per ricattare il malcapitato.

Approvata la legge sul cyberbullismo

2017-05-17

In attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, riportiamo alcuni elementi della legge approvata dalla Camera “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”.

  1. Si pone l’obiettivo di contrastare il fenomeno del cyberbullismo in tutte le sue manifestazioni, con azioni a carattere preventivo e con una strategia di attenzione, tutela ed educazione nei confronti dei minori coinvolti, sia nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti, assicurando l’attuazione degli interventi senza distinzione di età nell’ambito delle istituzioni scolastiche.
  2. Si definisce il cyberbullismo come qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.
  3. L’ambito di applicazione è quindi limitato ai minori e non tratta del bullismo tradizionale, come nella stesura passata dalla Camera al Senato.
  4. Ciascun minore ultraquattordicenne, nonché ciascun genitore o soggetto esercente la responsabilità del minore che abbia subìto taluno degli atti […] può inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media un’istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi altro dato personale del minore, diffuso nella rete internet, previa conservazione dei dati originali…
  5. Ogni istituto scolastico, nell’ambito della propria autonomia, individua fra i docenti un referente con il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e di contrasto del cyberbullismo, anche avvalendosi della collaborazione della Polizia postale e delle comunicazioni nonché delle associazioni e dei centri di aggregazione giovanile presenti sul territorio.

Alcuni Stati degli U.S.A. legiferano contro la diffusione della pornografia

2017-02-01

Il Senato del South Dakota e la House of Representatives hanno riconosciuto che la pornografia ha creato una situazione di crisi della salute pubblica e hanno stabilito che è necessario cambiare politiche di intervento per fermare l’epidemia che danneggia la popolazione dello Stato e della Nazione, soprattutto nel creare problemi alla stabilità della famiglia.

Anche nello Utah e nella Virginia sono state deliberate misure analoghe.

Facebook aggiorna la sua adesione a ICT Coalition for Children Online

2017-01-31

Facebook Ireland ha aggiornato a gennaio 2017 il suo rapporto sull’adozione dei principi di difesa dei bambini in rete, richiesti dalla ICT Coalition for Children Online. Questa coalizione, di ambito europeo, raduna attori importanti in rete, tra cui Google, TIM, Twitter e Vodafone: ha l’obiettivo di stabilire e richiedere il rispetto di alcune linee guida per la tutela della navigazione dei minori.

I principi sono:

  1. Contenuto
  2. Parental controls
  3. Come affrontare gli abusi
  4. Come affrontare l’abuso di minori o gli adescamenti
  5. Privacy e controllo dei contenuti degli utenti
  6. Educazione all’uso della rete

Facebook ha segnalato che adotta alcuni meccanismi di prevenzione, ma non ha implementato sistemi di safe searching, preferendo invece risorse informative per i genitori riguardanti privacy e rispetto delle regole, senza strumenti effettivi di blocco preventivo per i minori, partendo dal presupposto che sotto i 13 anni non è possibile avere un account Facebook, a meno di falsificare la data di nascita.

Tutti gli impegni presi dai membri della ICT Coalition sono disponibili in rete.

Libertà in rete: limiti e tutele

2016-12-19

Al Circolo della Vela di Bari, lunedì 19 dicembre alle 18:00, tavola rotonda organizzata da “Il Commentario del Merito” su “Libertà in rete: limiti e tutele”. Per il portale ilFiltro.it interviene Michele Crudele, in particolare sui diritti dei minori e sulla normativa esistente e in fieri.

L’evento su Facebook

Una guida del Garante privacy per la protezione dei dati personali a scuola

2016-11-07

Il Garante per la protezione dei dati personali ha pubblicato un opuscolo per le scuole intitolato La scuola a prova di privacy con l’obiettivo di informare docenti e studenti su come tutelare i dati degli studenti precisando numerosi temi che sono stati oggetto di contestazione negli ultimi anni: dagli argomenti dei temi in classe alla pubblicità dei voti degli esami, alla riservatezza dei nomi dei disabili, al comportamento in caso di cyberbullismo, alla registrazione delle lezioni per uso personale, alla pubblicazione delle fotografie delle gite e delle recite.

È un buon tentativo di sgombrare il campo da eccessi opposti e, con ragionevolezza, consentire alle scuole di fare attività didattiche e formative senza troppi vincoli, ma con il dovuto rispetto della riservatezza.

Cyberbullismo tra i giovani in Europa

2016-08-30

Il Comitato LIBE (Libertà civili, Giustizia e Affari interni) del Parlamento Europeo ha pubblicato un denso studio sul fenomeno del bullismo telematico analizzando dati raccolti in Estonia, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Polonia, Romania, Svezia e U.K.

Tra i risultati principali:

  • Non c’è una definizione di cyberbullismo condivisa a livello Europeo; inoltre gli studiosi non sono concordi sulla differenza dal bullismo tradizionale
  • Si rileva un aumento dei casi di cyberbullismo negli ultimi anni (cita fonti che dichiarano che nel 2014 il 12% dei ragazzi tra 9 e 16 sono stati oggetto di cyberbullismo, mentre nel 2011 lo era stato il 6%)
  • Mancano dati sul fenomeno in alcuni Paesi membri
  • Non ci sono standard legali internazionali, ma soprattutto nessuno dei 28 Paesi membri ha normative specifiche sul cyberbullismo, né penali, né civili
  • Alcuni studi concludono che le vittime di cyberbullismo hanno maggiori probabilità di diventare cyberbulli a loro volta
  • I cyberbulli sono spesso anche bulli nel senso tradizionale del termine

Narcisismo e dipendenza dai social networks

2016-06-30

Silvia Casale, Giulia Fioravanti e Laura Rugai hanno pubblicato un articolo scientifico con il resoconto della loro indagine sul narcisismo di coloro che usano social networks. Risulta una significativa correlazione tra la preferenza per le interazioni online (rispetto a quelle fisiche) e il narcisismo “vulnerabile” che è la forma “nascosta” di narcisismo, caratterizzata da bassa autostima, timidezza e ipersensibilità al giudizio altrui su di sé. È la forma più frequente tra le ragazze, mentre il narcisismo “megalomane” è più diffuso tra i ragazzi ed è caratterizzato da arroganza e atteggiamenti di dominanza: i “megalomani” non temono manifestazioni esterne con rapporto fisico e sembrano meno soggetti a dipendenza dai social networks. I “vulnerabili” vedono nell’interazione digitale la possibilità di controllare meglio la presentazione di se stessi, per evitare i giudizi negativi.

Anche se la popolazione intervistata è stata di maggiorenni, studenti universitari, queste considerazioni sono utili anche per i bambini e gli adolescenti e sono in linea con le numerose esperienze riportate da Sherry Turkle in “Reclaiming Conversation: The Power of Talk in a Digital Age”.

I bambini rischiano di diventare insensibili alla pornografia

2016-06-15

La National Society for the Prevention of Cruelty to Children (NSPCC) nel Regno Unito ha condotto una ricerca su oltre un migliaio di ragazzi tra gli 11 e i 16 anni verificando che almeno la metà di loro aveva avuto accesso a pornografia. Tra quelli maggiori di 14 anni, la percentuale è del 94%. Nella maggior parte dei casi il primo accesso è stato casuale o provocato da altri.

Una ragazza di 13 anni ha dichiarato: “Finisce per far sì che un ragazzo non cerchi più l’amore ma solamente il sesso, facendo pressioni su noi ragazze per comportarci in modi per i quali non siamo ancora pronte”. Un’altra ha detto: “Alcuni dei miei amici hanno usato la pornografia in rete come guida sessuale e in questo modo hanno acquisito un’immagine sbagliata delle relazioni umane”.

La maggior parte dei maschi ha invece un atteggiamento “positivo” verso la pornografia in rete e non la vede come uno sfruttamento o umiliazione delle donne.

Conferenza su “Introduzione al mondo digitale interconnesso”

2016-05-03

Martedì 3 Maggio 2016 dalle 19 alle 20 in occasione dell’Italian Internet Day (30 anni dalla prima connessione a Internet in Italia il 30 aprile 1986) I.P.E. Residenza Universitaria del Levante organizza a Bari in via Salvatore Matarrese 41 una conferenza pubblica di Michele Crudele, esperto di tecnologie informatiche, su “Introduzione al mondo digitale interconnesso”, che spiegherà la cultura di Internet e i comportamenti quotidiani con le tecnologie informatiche. Non è necessaria conoscenza tecnica previa. Ingresso libero.

  1. Internet è Google?
  2. Chi ci ha dato la patente per Internet?
  3. Wikipedia: affidabilità dalla inaffidabilità
  4. Abbiamo cinque sensi ma ne usiamo solo due
  5. Facebook: relazioni senza vincoli Insegnare Internet o insegnare con Internet?
  6. Il telefonino come protesi umana Privacy: vera o falsa?
  7. Internet delle cose: e le persone?
  8. Eredità digitale: che succede dopo la morte?

Michele Crudele ha fatto parte della Commissione Bullismo a Scuola del Ministero dell’Istruzione, ha condotto progetti di legalità informatica per lo stesso Ministero in Sicilia e a Roma, ha collaborato come esperto di alto profilo in legalità informatica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. È membro del Comitato Scientifico dell’ANSSAIF Associazione Nazionale Specialisti di Sicurezza in Aziende di Intermediazione Finanziaria. Ha fondato e gestisce il portale per la difesa dei minori in rete www.ilFiltro.it, dell’Associazione Centro ELIS.

Alcune lezioni registrate di Michele Crudele

Crescere con Internet o nonostante Internet?

2016-04-02

La Scuola dell’Infanzia Cerreta in collaborazione con il Quartiere S. Stefano, organizza un incontro sul tema: “CRESCERE CON INTERNET O NONOSTANTE INTERNET?” giovedì 14 aprile 2016, alle ore 21 presso il Quartiere S. Stefano – Complesso del Baraccano – Sala Prof. Marco Biagi, Via Santo Stefano 119, Bologna. Relatore sarà il Dott. Michele Crudele, esperto in legalità informatica, nella difesa dei minori in rete e fondatore e direttore del portale www.ilFiltro.it per la tutela dai rischi di Internet.

Ormai diamo per acquisita l’esistenza di Internet: poniamo domande alla “rete” senza interrogarci su chi darà la risposta. Per il bambino la “rete” è, oggi, fin dalla prima età, parte rilevante della sua formazione: ma genitori e insegnanti sono in grado di spiegargliene il perché e il funzionamento e, soprattutto, se è un bene e in che misura?

L’incontro sarà l’occasione per scoprire aspetti di Internet a molti sconosciuti e, soprattutto, per un nuovo approccio alle risorse in “rete”, fondato sulla consapevolezza personale.

Ingresso libero.

Intervista a Michele Crudele su Bimbò

Cyberbullismo: aumentano i casi sul web, le scuole sono in allerta, ma le famiglie minimizzano

2016-03-10

Il Censis ha pubblicato i risultati di un’indagine su cyberbullismo realizzata in collaborazione con la Polizia Postale. Oltre la metà dei dirigenti scolastici italiani intervistati (1.727) ha dovuto affrontare casi di bullismo digitale, il 10% di sexting e il 3% di adescamento online. Nel 51% dei casi si sono rivolti alle forze dell’ordine. Oltre l’80% dei dirigenti sostiene che i genitori hanno poca consapevolezza e tendono a sminuire il fenomeno. Il 90% dei dirigenti pensa invece che il fenomeno del cyberbullismo sia più grave del bullismo, perché più doloroso per chi ne subisce le conseguenze e più rapido e duraturo negli effetti negativi sulla reputazione personale.

Nel 47% delle scuole il responsabile della sicurezza informatica è un insegnante, nel 34% un consulente esterno e nel 19% un operatore amministrativo.

Nel Safer Internet Day non dimentichiamo i rischi del gioco d’azzardo per i minori

2016-02-09

Oggi in molti Paesi del mondo è la XIII giornata dedicata alla sicurezza in rete, istituita dalla Commissione Europea. Le iniziative formative sono numerose, indirizzate soprattutto all’analisi dell’uso dei social networks da parte degli adolescenti e al cyberbullismo. Aggiungiamo un rischio che negli ultimi anni si è accentuato: il gioco d’azzardo on line da parte dei minori. Per questo motivo, Michele Crudele, gestore del portale www.ilFiltro.it ha organizzato venerdì 12 febbraio un evento a Bari, con l’on. Paola Binetti e con Antonio Affinita del Moige, per parlare di ciò che si può fare, a livello legislativo e familiare, per prevenire situazioni di dipendenza e patologie da gioco compulsivo.

Senza telefonino per una settimana

2016-01-28

Secondo un rapporto di Common Sense Media, un adolescente statunitense trascorre 9 ore al giorno sui social media per divertimento: più del sonno. Una sedicennne di New York, spinta dall’interesse professionale (vuole studiare informatica) ha voluto fare un esperimento prescindendo dal proprio smartphone per una settimana. Nell’articolo sono riportate le sue reazioni e quelle dei genitori e dei compagni, giorno per giorno. Da una fase iniziale di sensazione di privazione è arrivata alla conclusione della non necessità assoluta di quello strumento di comunicazione, almeno per quanto riguarda la sua dipendenza costante. Conclude: “Ho di nuovo il controllo del mio smartphone, e non viceversa: e così deve essere”.