Notizie pubblicate dal 2011 al 2015

Il sexting degli adolescenti italiani

2015-09-10

Più del 40% dei ragazzi italiani tra i 12 e i 17 anni invia o riceve attraverso Internet messaggi, immagini o video, con riferimenti sessuali espliciti e i genitori non lo sanno. Di recente Save the Children ha pubblicato un rapporto stilato dall’agenzia IPSOS in vista dell’edizione 2015 del Safer Internet Day Study con l’obiettivo di misurare i livelli di conoscenza dell’ambiente digitale da parte dei teenager italiani. Il sondaggio rileva che la stragrande maggioranza di loro è iscritto ai principali social network e li usa per tenersi in contatto con amici e conoscenti. Attraverso questi mezzi uno dei comportamenti più diffusi è quello di inviare (44%) e ricevere (40%) messaggi a sfondo sessuale. Un’altro comportamento, anche se relativamente meno diffuso, è quello di inviare video o immagini che li raffigurano «in modo sconveniente» ad un adulto (20%) talvolta per avere in cambio dei regali (19%). Contemporaneamente è diminuita la percezione dei pericoli sia online che offline: quelli più preoccupati dei rischi possibili (bullismo o molestie) sono i ragazzi tra i 12 e 13 anni (70% rispetto al 64% del totale intervistati). Generalmente sono le ragazze a sentirsi più a rischio di ricevere molestie e aggressioni da parte di adulti (42% rispetto al 36% del totale).

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Quasi tutti i ragazzi usano Internet

2015-08-18

Da una ricerca condotta nell’ambito del progetto europeo Net Children Go Mobile risulta che due ragazzi su tre tra i 9 e i 16 anni hanno accesso abituale a Internet e hanno un profilo nei social networks. Sembra quindi parzialmente inefficace la proibizione di creare profili di Facebook o di Whatsapp per età così basse.

Linee di orientamento del Ministero dell’Istruzione sul cyberbullismo

2015-04-30

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha pubblicato un documento di indirizzo per le scuole per affrontare i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, lanciando il nuovo portale dedicato www.generazioniconnesse.it e indicando a docenti e dirigenti scolastici quali sono gli strumenti per segnalare episodi negativi (a Telefono Azzurro) e materiali pericolosi in rete (a Save the Children). Introduce anche un piano di formazione per i docenti, soprattutto per quelli appena assunti.

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Le famiglie non sanno educare al digitale

2015-04-29

Il cyberbullismo è in aumento e rappresenta una vera e propria emergenza sociale. Gli ultimi dati resi noti dalla Polizia Postale evidenziano come si possa essere vittime di bullismo in rete già a nove anni. Un fenomeno che deve essere contrastato immediatamente agendo su un doppio binario: la prevenzione primaria da una parte, e la capacità di riconoscere e risolvere il cyberbullismo, quando in atto, dall’altra. Lo stesso discorso vale per le nuove dipendenze tecnologiche, come internet, smartphone e tablet. In entrambi i casi, protagonisti indiscussi sono i genitori che, insieme alle istituzioni scolastiche, giocano un ruolo primario nella battaglia contro i risvolti negativi che spesso porta con sé la rivoluzione digitale. Un ruolo che però sembra non essere ancora chiaro ai più. E’ quanto emerge dai primi dati raccolti all’interno dell’indagine del CSSCS che fa parte del più ampio progetto “Non lasciarmi solo”, rivolto ai genitori dei nativi digitali.

Lara Motta, esperta in comunicazione e Presidente della Commissione Nazionale sulla Comunicazione Pubblica e Sociale del CSSCS, afferma: “Qualsiasi genitore deve raggiungere la consapevolezza che rientra nei propri doveri fondamentali essere in grado controllare sistematicamente l’approccio dei figli verso le nuove tecnologie, di spiegare le insidie che nasconde la rete, le precauzioni da adottare e la condotta che devono e non devono tenere nel mondo virtuale. Esattamente come farebbero nella vita reale. Ma per ottenere questo risultato, e favorire una nuova mentalità negli adulti, bisogna attuare urgentemente un programma continuativo di comunicazione e di sensibilizzazione su scala nazionale che si rivolga direttamente ai genitori, seguito da una maggiore informazione e formazione, attraverso nozioni pratiche che possano essere facilmente attuabili anche da chi non possiede conoscenze informatiche pregresse”.

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Campagna contro il gioco d’azzardo diffuso, a favore dei bar senza slot machines

2015-03-23

Per sensibilizzare sui rischi sociali del gioco d’azzardo diffuso, sia nei bar che on line, le associazioni Slotmob e Non Azzardiamoci hanno organizzato nel IV Municipio di Roma il 100° slotmob, evento pubblico di incontro della popolazione, nel Bar Baccano e Bar Monaco, a Roma in Largo Beltramelli, sabato 23 maggio dalle 10. Nel pomeriggio, presso il Centro Culturale Gabriella Ferri, in via delle Cave di Pietralata 76, continuerà l’approfondimento con l’intervento di esperti. L’obiettivo è diffondere il sostegno ai bar che hanno rinunciato a installare macchine per il gioco d’azzardo.

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Tra i giovani diminusce il gioco d’azzardo nelle sale ma aumenta in rete

2015-03-20

Lo studio ESPAD Italia 2014, condotto dai ricercatori IFC CNR di Pisa ha coinvolto oltre 30mila studenti di 405 istituti scolastici superiori italiani. “La percentuale di studenti di 15-19 anni che giocano d’azzardo è passata dal 47% del 2009-2011 al 39% del 2014 e si è anche ridotta la quota di studenti-giocatori con un profilo definito a rischio o problematico. In termini numerici, sono stati oltre 900mila gli studenti che hanno giocato d’azzardo almeno una volta nello scorso anno, mentre erano circa 1,1 milioni negli anni tra il 2009 ed il 2011. I giovani giocatori a rischio o problematici (sulla base del test Sogs-Ra) sono poco più di 170mila, il 7% di tutti gli studenti (il 4% a rischio e il 3% problematici), mentre fino al 2011 rappresentavano l’11% (rispettivamente il 7 e 4%)”. Secondo la responsabile dello studio, Sabrina Molinari, “sono risultati molto positivi da attribuire almeno in parte agli interventi di educazione al gioco e prevenzione della dipendenza da gioco portati avanti nelle scuole superiori. Gli istituti scolastici che hanno attuato interventi su questo specifico tema sono aumentati dal 4% del 2008 all’8% nel 2011 e al 16% nel 2014. Ed è ancora più importante come all’aumentare della prevenzione corrisponda una diminuzione dei giovani giocatori problematici e soprattutto a rischio, a vantaggio della quota di cosiddetti giocatori sociali per i quali il gioco non ha assunto tale valenza. Circa tre quarti dei giovani ha speso non più di 10 euro nel mese antecedente lo svolgimento dello studio, mentre il 18% ha speso tra gli 11 e i 50 euro e l’8% oltre 50 euro. Vanno per la maggiore bar/tabaccherie (44%), sale scommesse (29%): il 41% di tutti gli studenti italiani abita a meno di 5 minuti a piedi da un luogo dove è possibile giocare, così come il 37% frequenta una scuola altrettanto prossima. Ma ben il 35% gioca d’azzardo a casa propria o di amici e il 17% on-line: nel 2013, erano il 9%. Si deve prestare particolare attenzione a questa ultima modalità più a rischio: il gioco praticato in solitudine e in alcuni casi utilizzando un’identità falsa e una moneta virtuale, senza il controllo dei genitori, né vincoli di orario, di spazio o di tempo”.

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Quanta pornografia vedono gli studenti minorenni?

2014-12-12

Il Moige ha promosso l’indagine “I divieti trasgrediti dai nostri figli” curata da Anna Maria Giannini, ordinario di Psicologia dell’Università “Sapienza” di Roma relativamente ad alcol, fumo, giochi con vincite in denaro, pornografia, videogiochi 18+. Sintetizziamo i risultati riguardanti la pornografia.

I maschi delle scuole secondarie di secondo grado danno giudizi prevalentemente improntati a considerare per nulla (56,1%) o poco (25,6%) presenti i rischi nella visione di materiale pornografico. Le ragazze mostrano invece una generale maggiore percezione dei rischi potenziali.

I ragazzi intervistati dimostrano di sapere che il divieto per la visione di materiale considerato pornografico è per i minori di anni 18 (61,3% per gli studenti di primo grado e per il 66% fra gli studenti di secondo grado). Un numero abbastanza significativo ritiene che non esista un divieto ma soltanto una raccomandazione ad una visione per un pubblico adulto (27% degli studenti di primo grado e il 22% degli studenti di secondo grado).

Il 49% dei maschi delle scuole secondarie di primo grado dichiara di aver visto delle immagini con contenuti hard, mentre le ragazze sono il 15,8%. L’81,9% dei ragazzi delle scuole di secondo grado sostengono di aver visto immagini pornografiche, a fronte del 30,7% delle ragazze. Il consumo sembra orientarsi in percentuale maggiore prevalentemente verso una fruizione rara o occasionale, anche se più del 30% degli studenti, di entrambi i livelli scolastici, dichiara di aver guardato immagini pornografiche frequentemente. La fruizione avviene prevalentemente da soli o in compagnia di coetanei per entrambi i livelli scolastici. In percentuali modeste la visione è accompagnata da amici più grandi o addirittura da adulti. I ragazzi guardano le immagini pornografiche prevalentemente attraverso tablet e telefonini (45,9% degli studenti di primo grado e 34,8% degli studenti di secondo grado). Con percentuali abbastanza rilevanti gli studenti indicano anche la visione da casa attraverso un computer (26,6% degli studenti di primo grado e il 32,7% degli studenti di secondo grado). Le riviste cartacee oramai hanno un peso relativamente ridotto.

La visione di video e filmati pornografici tra i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado raggiunge il 58,6%, mentre è del 30,5% la percentuale tra i gli studenti di livello scolastico minore. Le ragazze dichiarano in percentuali decisamente maggiori di non aver visto mai un filmato con contenuto pornografico (l’85% delle studentesse di primo grado e il 70,4% di secondo grado), mentre soltanto il 17,8% dei ragazzi degli istituti secondari di secondo grado sostengono di non aver visto filmati hard e il 52,6% degli studenti di primo grado.

Tra coloro che hanno dichiarato di aver visto filmati pornografici in percentuali maggiori indicano che la visione è avvenuta attraverso tablet e telefonini (39,9% degli studenti di primo grado e 32,4% degli studenti di secondo grado) e con il proprio computer collegato ad internet (31,2% degli studenti di primo grado e 37,8% degli studenti di secondo grado).

In percentuali decisamente modeste gli studenti sostengono di aver acquistato materiale pornografico. In dettaglio hanno acquistato poco (rispettivamente per il 3,8% e il 6,6% degli studenti di primo e secondo grado), spesso (lo 0,8% degli studenti di primo grado e l’1,6% di secondo grado), e molto spesso (l’1,2% e il 2,3%, rispettivamente per gli studenti di primo e secondo grado). Emerge pertanto una disparità tra il consumo, spesso conseguito in modo gratuito in particolare attraverso Internet, e l’acquisto.

I fattori di rischio, che facilitano i comportamenti di consumo del materiale pornografico, sono l’approvazione da parte del gruppo dei pari della visione di materiale hard, l’insistenza da parte degli amici nel vedere materiale licenzioso, il tempo trascorso con gli amici, l’approvazione o la mancata disapprovazione da parte dei genitori rispetto alla visione di materiale pornografico, e la flessibilità familiare, intesa come la presenza di ruoli non ben definiti all’interno del contesto familiare e regole cedevoli.

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Convegno sulla proposta di legge per limitare il gioco d’azzardo

2014-11-17

Lunedì 17 novembre 2014 alle 15 nell’Aula dei Gruppi Parlamentari di Montecitorio, convegno aperto a tutti “IL GIOCO È BELLO QUANDO DURA POCO”.

15:15 Paola Binetti, relatrice della proposta di legge di istituzione di un osservatorio nazionale sulle dipendenze da gioco d’azzardo e disposizioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazine della dipendenza da gioco d’azzardo patologico.

15:30 Marco Tarquinio, La campagna di comunicazione di Avvenire

16:10 Daniele Poto, La campagna “Mettiamoci in gioco”

16:30 Matteo Iori, I malati di gambling: un mistero in cerca di risposta

16:45 Giovanni Emilio Maggi, Gioco legale e tutela dei cittadini

17:00 Rosy Bindi, Gioco legale e criminalità organizzata

17:15 Luigi Magistro, Il controllo delle istituzioni sulla legalità del gioco

17:45 Baroni, Beni, Calabrò, Baretta, De Filippo, Una legge necessaria. L’iter del DDL

18:30 – 19 Dibattito con il pubblico

Per partecipare è obbligatorio accreditarsi con il proprio nome e cognome scrivendo a binetti.stampa@gmail.com

Famiglie digitali senza protezioni

2014-09-26

Dall’indagine “Famiglie digitali in Toscana” dell’Istituto degli Innocenti su bambini intorno agli 8 anni risulta che il 49% ha il personal computer nella propria camera. Il 25% di loro naviga su Internet tutti i giorni e il 41% una o più volte a settimana. La casa è il luogo dove il 77% dei bambini ha la possibilità di connettersi a Internet.

Il 58% ripone fiducia nelle informazioni che può trovare in Internet durante la navigazione, mentre il 29% le ritiene poco affidabili e il 13% non crede alla loro veridicità. Il 21% dei bambini è iscritto a un social network, nonostante siano al di sotto del limite di età consentita: alcuni hanno dichiarato di averlo fatto in accordo con i genitori.

Il 17% dei bambini ha dichiarato di aver avuto esperienze negative con qualcuno conosciuto in Internet: per la maggior parte dei casi si tratta di un altro bambino.

Circa la percezione di conoscere i rischi di Internet, il 59% dei bambini dichiara di non aver mai ricevuto informazioni a riguardo, il 22% di averli appresi dai genitori e il 15% all’interno dell’ambiente scolastico. Sono più informati quelli che hanno partecipato al progetto di media education TROOL svolto ormai da diversi anni dall’Istituto.

Solamente il 20% dei genitori ha installato un parental control: tenendo presente che le attività principali in rete dichiarate dai bambini intervistati sono giocare online, scaricare foto e video e guardare film, e che circa il 40% naviga senza la presenza di un adulto, un accesso senza protezioni li sottopone a elevati rischi di esposizione a contenuti pericolosi per la loro età.

È vero che il 61% dei genitori afferma di evitare i rischi svolgendo con i figli qualunque attività on line, ma solo il 18% controlla a posteriori l’attività dei bambini. Ed è solamente il 50% dei bambini ad affermare di avere regole da rispettare sui siti Internet da visitare.

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Steve Jobs limitava l’uso dei computer ai figli

2014-09-10

Nel 2010 un giornalista del New York Times chiese a Steve Jobs, che all’epoca era a capo della Apple, se ai suoi figli piaceva l’iPad. La risposta fu sorprendente: “Non l’hanno mai usato, perché noi limitiamo ai nostri figli l’uso delle tecnologie a casa”. L’autore della sua biografia aggiungeva: “Ogni sera Steve insisteva nel cenare tutti insieme intorno al loro lungo tavolo, parlando di libri, storia e altre cose. Nessuno tirava fuori un iPad o un computer. I bambini non sembravano dipendenti da quegli aggeggi”.

Anche Chris Anderson, già direttore di Wired e capo della 3d Robotics diceva: “I miei figli (cinque, da 6 a 17) accusano me e mia moglie di essere fascisti e troppo preoccupati della tecnologia perché nessuno dei loro amici ha le stesse regole in casa. Ma questo accade perché noi abbiamo toccato con mano i pericoli della tecnologia e non vogliamo che colpiscano i nostri figli”. Si riferisce a pornografia in rete, cyberbullismo e dipendenza da Internet. Aggiungeva: “Non ammettiamo schermi (TV o computer) in stanza da letto”.

Evan Williams, fondatore di Blogger e Twitter, è d’accordo con sua moglie nel dare ai figli centinaia di libri cartacei invece dell’iPad.

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Google non accetterà più pubblicità pornografiche

2014-07-01

Nei primi mesi del 2014 Google ha inviato a tutti gli inserzionisti un messaggio annunciando quanto riportato nelle norme pubblicitarie fonte di questa notizia:

Le norme AdWords sui servizi di natura sessuale e per adulti, sulla classificazione dei contenuti e sugli atti sessuali non consensuali o che coinvolgono minorenni verranno aggiornate a fine giugno 2014 con una nuova norma sui contenuti sessualmente espliciti. La nuova norma vieterà i contenuti sessualmente espliciti e specificherà le linee guida relative alla promozione di altri tipi di contenuti per adulti. La modifica interesserà tutti i Paesi. Abbiamo preso questa decisione per continuare a migliorare l’esperienza utente con AdWords. Una volta entrata in vigore la nuova norma, verranno aggiornate di conseguenza le pagine relative alle norme sui servizi di natura sessuale e per adulti, sulla classificazione dei contenuti e sugli atti sessuali non consensuali o che coinvolgono minorenni.

All’inizio di luglio si sono iniziati a vedere gli effetti di questo cambiamento epocale, che in parte risponde alle richieste del primo ministro inglese Cameron.

Quando il gioco non è più un gioco: convegno-dibattito ad Avezzano

2014-06-21

La dipendenza dal gioco d’azzardo si è amplificata negli ultimi anni con la diffusione di nuove opportunità: dalle numerose sale da gioco alle slot-machines e video-poker nei bar e tabaccai, fino a tutta l’offerta su Internet che consente a chiunque di dedicarsi facilmente e per molto tempo a queste attività. Nell’ambito delle iniziative del 20° anniversario dell’Anno Internazionale della Famiglia indetto dall’ONU, l’Associazione Centro ELIS, proprietaria del portale ilFiltro.it per la difesa dei minori, invita al convegno-dibattito di sabato 21 giugno 2014 alle 18 presso il Centro Sportivo Pinguino Village (via Massa d’Albe, Avezzano) con l’obiettivo di chiarire la situazione attuale evidenziando i rischi connessi all’attuale sistema di controllo e alle azioni per evitare e curarne le patologie derivanti, cercando di arginarne la diffusione soprattutto fra i minori.

Relatori:

  • Michele Crudele, Direttore Associazione Centro ELIS
  • Alberto Bisciardi, Presidente Rotary Club Avezzano
  • Francesco Alecci, Prefetto dell’Aquila
  • Paola Binetti, Neuropsichiatra infantile, Ordinario di Storia della Medicina dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, deputata della Repubblica, autrice del libro “Quando il gioco non è più un gioco e diventa un affare maledettamente serio”
  • Adelmo Di Salvatore, Psichiatra e psicoterapeuta, direttore del Servizio Aziendale delle Dipendenze ASL1 Abruzzo, fondatore e facilitatore dei Gruppi AMA multifamigliari per il gioco d’azzardo
  • Domenico e Nunzia, Ex-giocatori dell’Associazione di Auto Mutuo Aiuto EcoA.M.A. Abruzzo

Segue dibattito.

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I bambini italiani al primo posto nella ricerca di siti di scommesse

2014-05-29

Il parental control di Kaspersky Lab raccoglie statistiche sul suo uso e pubblica ogni anno un’analisi degli accessi dei bambini (anonimi) a diverse categorie di siti. Nell’analisi appaiono sia i veri accessi che i tentativi bloccati dal filtro. Le statistiche seguenti si riferiscono al periodo gennaio-maggio 2014 per l’insieme di dieci categorie: pornografia, giochi online, scommesse, armi, software illegale, turpiloquio, sistemi di pagamento, violenza, proxy anonimizzatori, droghe.

In Europa Occidentale la pornografia domina queste categorie con quasi il 50%. Al secondo posto i giochi online con il 17%. Al terzo le scommesse con l’8,5%.

In Italia la pornografia conta per il 44% mentre al secondo posto appaiono le scommesse con quasi il 16% e al terzo le armi con quasi il 14%. Il dato sulle scommesse è il più alto tra le nazioni analizzate nel documento fonte di questa sintesi: è interessante leggerlo completamente (in inglese) per avere un quadro più completo della situazione. Le statistiche sono indicative e probabilmente la comparazione tra diverse nazioni non è sempre statisticamente significativa perché la penetrazione del parental control di Kaspersky è molto diversa nei diversi Paesi.

Un minore su cinque gioca d’azzardo online

2014-04-28

Dall’indagine promossa dalla Società Italiana Medici Pediatri (SIMPe) e dall’Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza (Paidòss) risulta che almeno 800.000 ragazzi fra 10 e 17 anni gioca d’azzardo: corrisponde al 20% della popolazione di quell’età. Nonostante sia proibito ai minorenni entrare nelle sale gioco, riescono ad accedere perché nessuno chiede loro un documento, oppure pagano un intermediario (un “lavavetri” ad esempio). Con le slot machines è più facile perché nei luoghi di villeggiatura non controlla nessuno.

Anche per il gioco online non c’è controllo. Oltre la metà dei genitori non usa nessun filtro e nessuna limitazione per evitare che i figli si imbattano su siti Internet pericolosi. E il 70% dei genitori non ha mai parlato in famiglia dei rischi del gioco patologico.

Fonte della notizia:
La Stampa

I maggiori ISP inglesi offrono il filtro famiglia gratis per tutti

2014-03-01

Facendo seguito alle richieste del Primo Ministro Cameron, nei mesi scorsi i principali fornitori di connettività (ISP) Internet inglesi hanno abilitato la scelta obbligatoria per tutti gli utenti di optare per l’attivazione o meno del filtro famiglia. In questo modo si protegge gratuitamente la navigazione dei bambini e si tutelano anche gli adulti dai rischi connessi ai siti che contengono materiale pornografico o inadatto ai minori. Questa innovazione si aggiunge a quanto Google e Microsoft hanno fatto per fermare le ricerche pedopornografiche.

Fonte della notizia:
BBC.com

Costruiamo insieme una rete migliore

2014-02-11

Il motto del Safer Internet Day odierno è “Costruiamo insieme una rete migliore”. Il portale www.ilFiltro.it è impegnato da dodici anni nell’aiutare genitori e docenti a rendere più sicuro l’accesso a Internet dei bambini. In particolare, attraverso la rassegna e valutazione dei filtri di controllo parentale, mette in atto la strategia dell’Unione Europea al riguardo che dice testualmente:

2.3.2. Disponibilità più diffusa e maggior impiego dei controlli parentali L’80% dei genitori ritiene che una più ampia disponibilità e un’efficienza maggiore degli strumenti di controllo parentale aiutino i figli a frequentare internet in condizioni di maggiore sicurezza e con maggiore efficacia. Tuttavia, soltanto il 28% in media dei genitori europei blocca o filtra i siti web visitati dai figli. Senza voler mettere in discussione la libertà di espressione, i controlli parentali, preimpostando un filtro dei contenuti e controllando l’attività svolta in linea, costituiscono una misura complementare che contribuisce a tutelare i bambini impedendo loro di accedere a contenuti inadatti alla loro età. Occorre assicurare che gli strumenti di controllo parentale siano disponibili più diffusamente in varie lingue e siano usati maggiormente, per consentire ai genitori di operare una scelta informata al riguardo.

Gli operatori del settore dovrebbero:

  • garantire, in tutti i dispositivi per la navigazione internet disponibili in Europa, la presenza di controlli parentali facili da configurare, di agevole uso e accessibili a tutti. Questi strumenti dovranno funzionare in ogni tipo di dispositivo e per qualsiasi tipo di contenuto, compresi quelli prodotti dagli utenti, e dovranno rispettare le buone prassi per assicurare la trasparenza e l’assunzione di responsabilità. Gli strumenti dovranno essere promossi in modo da sensibilizzare al massimo alla loro esistenza e incoraggiarne l’impiego.
Fonte della notizia:
Commissione Europea

Per un web sicuro

2014-02-10

Moige, Trend Micro, Cisco, in partnership con Google Italy e in collaborazione con la Polizia delle Comunicazioni, hanno avviato la seconda edizione del progetto formativo per ragazzi, genitori e insegnanti sull’uso responsabile della rete. Nella conferenza stampa odierna in Viminale, il direttore della Polizia delle Comunicazioni, Antonio Apruzzese, rivolto agli studenti presenti, ha detto tra l’altro: “Una fesseria fatta su Internet diventa una fesseria mondiale”. Maria Rita Munizzi, presidente del Moige ha spiegato che “non c’è distinzione tra mondo reale e virtuale perché il mondo virtuale è assolutamente reale”. Milly Carlucci, madrina del progetto, Carla Targa, Marketing & communications manager di Trend Micro Italy, Giorgia Abeltino di Google Italy e Marco Fabriani, Civic Council di Cisco Italia hanno sottolineato l’importanza del rapporto di fiducia con le persone vicine (genitori, docenti) superiore a quello degli sconosciuti incontrati in rete. Hanno poi definito Internet come un ambiente e non un semplice strumento, soprattutto ora che si parla di Internet delle cose con la connessione alla rete anche di oggetti di uso comune come gli elettrodomestici.

Michele Crudele, ideatore e gestore del portale www.ilFiltro.it, docente incaricato di formare il gruppo di 25 insegnanti delle scuole coinvolte nell’iniziativa, ha dialogato con i relatori evidenziando il problema culturale: i maestri delle scuole primarie non sanno come funziona Internet e non sanno insegnare ai bambini a capire l’affidabilità delle fonti in rete.

Fonte della notizia:

Talk show in diretta su YouTube su “L’economia in Rete – Storie di gratuità, storie di buone pratiche”

2014-01-22

Michele Crudele, ideatore e gestore del portale www.ilFiltro.it per la difesa dei minori in rete, è relatore al talk show in diretta YouTube (la registrazione è disponibile) mercoledì 22 gennaio alle 21 sul tema “L’economia in Rete – Storie di gratuità, storie di buone pratiche”, nell’ambito del corso “La rete: come viverla?“.

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La Dieta Mediatica dei nostri figli: indagine Moige

2013-12-03

Il Moige ha pubblicato i risultati di un’indagine tra alunni delle scuole primarie e secondarie, curata dal prof. Tonino Cantelmi della Lumsa. Il 38% trascorre davanti al monitor da 1 a 3 ore, quasi sempre connesso a Internet. Solo 1 su 10 si connette per studiare e fare ricerche: gli altri usano chat (il 24% ne fa l’attività prevalente), cercano immagini, scaricano film e musica. Il 13% dei ragazzi tra i 14 e i 20 anni ha scambiato il proprio numero di cellulare durante una conversazione in chat. Il 59% degli intervistati è iscritto a Facebook.

Quasi il 60% dei ragazzi non ha problema nel dichiarare di essersi divertito nel ricevere o inviare foto o video di argomento sessuale. E il 60% dei ragazzi tra 14 e 20 anni almeno una volta ha utilizzato foto o video per prendere in giro qualcuno.

Quasi il 40% degli intervistati è libero di navigare senza alcun limite e il 27% afferma di aver visitato, almeno una volta, pagine con contenuti non idonei alla loro età.

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Google e Microsoft rispondono alla proposta del primo ministro inglese bloccando le ricerche di pedopornografia

2013-11-18

In risposta alla richiesta del primo ministro inglese del luglio scorso, in un incontro tra aziende e istituzioni che si dedicano alla difesa dei minori, Google ha dichiarato di aver elaborato un nuovo sistema per bloccare 100.000 diverse richieste di parole correlate agli abusi sull’infanzia, per evitare la visualizzazioni di immagini pedopornografiche, attivandolo prossimamente in UK e poi in altri Paesi anglofoni, e successivamente per altre 158 lingue.

Anche Microsoft ha dichiarato di aver attivato un processo che porterà a risultati simili, per rendere molto difficile recuperare materiale pedopornografico.

Il primo ministro Cameron ha dichiarato che sono iniziative importanti, auspicando che siano attuate al più presto, anche per evitare che il governo imponga per legge tutele simili. Ha anche invitato ad affrontare lo stesso tema nella rete nascosta (darknet) molto utilizzata dai pedofili.

Fonte della notizia:
BBC

Liberalizzare non equivale a tutelare

2013-10-09

A un mese dalla trasformazione in legge del “Decreto del fare” (9 agosto 2013, n. 98), sono già disponibili in Italia alcune reti WiFi gratuite senza autenticazione, destinate al pubblico, in applicazione dell’articolo 10 del DL 69/13 che recita: “L’offerta di accesso alla rete internet al pubblico tramite tecnologia WIFI non richiede l’identificazione personale degli utilizzatori. Quando l’offerta di accesso non costituisce l’attività commerciale prevalente del gestore del servizio, non trovano applicazione l’articolo 25 del codice delle comunicazioni elettroniche…”.

Inserito nel titolo delle misure per la crescita economica, questo articolo chiarisce alcuni punti dubbi conseguenti all’abrogazione del decreto Pisanu che vincolava chiunque fornisse connettività Internet a ottenere credenziali di identificazione e autenticazione dei propri utenti. In questo modo ora è possibile aprire al pubblico reti WiFi senza identificare gli utenti a patto di non farne attività commerciale prevalente. La motivazione di questa decisione è basata sulla tesi che il WiFi “libero” stimola lo sviluppo del Paese. Non si comprende però il motivo per cui una semplice autenticazione (la Polizia Postale chiedeva almeno un numero di cellulare di riferimento) sia un ostacolo reale allo sviluppo. Da anni siamo abituati al fatto che per comprare una SIM per telefono cellulare si debba fornire la propria identità e questo non ha fermato la sua diffusione in Italia che è addirittura superiore a quella di Paesi dove invece si può comprare una SIM anonimamente.

I rischi nel permettere una navigazione totalmente anonima sono sia per gli utenti che per i gestori. Un truffatore, uno stalker e un pedofilo hanno ora molta più facilità di agire anonimamente, potendosi collegare a una delle tante reti pubbliche per strada, cambiando di volta in volta, senza poter essere identificati. Da parte sua, un gestore potrà essere accusato (la giurisprudenza straniera ha già casi al riguardo) di corresponsabilita dei reati commessi dai suoi utenti, senza poterli identificare e quindi rivalersi nei loro confronti.

Fonte della notizia:

Proposta del primo ministro inglese a difesa dei minori in rete

2013-07-24

Il primo ministro inglese David Cameron ha annunciato (testo originale e traduzione italiana a cura di Michele Crudele) di voler combattere con maggiore decisione la pornografia in rete alla quale accedono anche i bambini. Ha detto che ci sono due grandi sfide nella protezione dei bambini: la criminalità della pedopornografia e il problema culturale della diffusione universale della pornografia. Un bambino che guarda immagini fortemente oscene distorce la propria visione del sesso e delle relazioni interpersonali. Nel caso della pedopornografia si tratta di illegalità, nel secondo di materiale legale che però finisce nelle mani sbagliate. Lasciando tutta la libertà di espressione su Internet, dobbiamo constatare che la rete mondiale è l’unico mercato nel quale la difesa dei minori è poco applicata: non ci sono regole che limitano il loro accesso ai contenuti.

Ha lanciato un messaggio chiaro a Google, Bing, Yahoo! e gli altri attori del web: hanno il dovere morale di agire per tutelare i minori da questi rischi. A ottobre li convocherà per raccogliere le loro proposte operative: se non ci saranno proposte valide, agirà con provvedimenti legislativi. La gente deve avere un accesso sempre filtrato e, solo su richiesta di un maggiorenne, poterlo aprire anche alla pornografia. Ha anche suggerito strade che evitino di cadere nella censura: se qualcuno scrive nel motore di ricerca bambino e sesso deve avere come risposta opzioni del tipo: “Volevi dire educazione sessuale dei bambini?”.

I detrattori della proposta invocano i rischi di censurare contenuti artistici o non dannosi, sostenendo che nei Paesi dove vige un controllo di Internet non sembra che siano diminuiti i casi di pedofilia o gli altri crimini verso i bambini. Ignorano però totalmente il problema culturale, rappresentato da Cameron che dà giustamente molta importanza alla formazione corretta dell’affettività nella fase di crescita.

Fonte della notizia:
Governo U.K.

Il portale ilFiltro.it agli Stati Generali della tutela dei minori online

2013-06-26
Il portale ilFiltro.it è stato invitato il 26 giugno ai primi “Stati Generali della tutela dei minori online” organizzati a Roma da Umberto Rapetto, direttore Iniziative e Progetti Speciali di Telecom Italia. Obiettivo della giornata: dare il via a tante nuove iniziative per garantire ai giovanissimi il futuro più sorridente anche dinanzi all’orizzonte delle tecnologie e della connessione ad Internet.
Fonte della notizia:
Progetti Speciali Telecom Italia

Pornografia, una dipendenza socialmente costosa

2013-03-13

Esiste una patologia riconosciuta in coloro che non possono prescindere dalla ricerca di materiale pornografico. L’articolo di Cogito et volo afferma: “Quando si dice che una sostanza crea dipendenza, significa che si sta verificando un malfunzionamento dell’area del rewarding, che porta ad avere disperatamente bisogno di quella sostanza che non è più in grado di dare quella sensazione di appagamento. L’abuso di porno stimola la produzione di dopamina, collegata all’impulso sessuale, al punto da impedirne lo spegnimento. Ciò è molto pericoloso perchè la dopamina è strettamente legata alla plasticità neuronale ed è quindi in grado di alterare le connessioni sinaptiche portando ad alterazioni di tipo biochimico e anatomico”.

Fonte della notizia:

Safer Internet Day 2013

2013-02-05

Il 5 febbraio è la decima edizione del Safer Internet Day, giornata dedicata alla sensibilizzazione sui rischi della navigazione in rete e sui modi per utilizzare le risorse di Internet in modo sano e proficuo. Nel sito cofinanziato dalla Commissione Europea sono elencate le iniziative italiane al riguardo.

Google rende le ricerche pornografiche più difficili

2012-12-12

Un portavoce di Google ha spiegato che la modifica al sistema Safe search di ricerca delle immagini è orientata a dare all’utente sempre i risultati più pertinenti. Perciò, a meno che non si cerchino termini molto espliciti, in caso di parole ambigue il risultato non mostrerà immagini pornografiche. Questa innovazione dovrebbe evitare “incidenti di percorso” soprattutto per i bambini che cercano parole innocue leggermente modificate per errore.

La novità è attiva inizialmente solo per il motore di ricerca in inglese google.com.

Fonte della notizia:
CNET

Il Parlamento europeo chiede una maggiore protezione per i bambini in rete

2012-11-21

Il Parlamento Europeo ha approvato ieri per alzata di mano una risoluzione sull’invito agli Stati membri per incrementare gli sforzi attraverso leggi, cooperazione e condivisione di buone pratiche, per combattere contenuti illegali e dannosi per i minori e assicurare che le risorse on line possano essere usate con meno rischi.

Tutti i ragazzi europei tra 9 e 16 anni usano computer per giocare o studiare e metà di quelli tra 11 e 16 anni affermano che si esprimono in rete meglio che nella vita reale. Sono però soggetti a rischi di violenza, frode, pornografia, molestie e forme di adescamento che diminuiscono la loro percezione di ciò che è offensivo e della dignità propria e altrui.

La proposta parlamentare è di introdurre nei programmi educativi scolastici per bambini e ragazzi l’educazione ai mezzi di comunicazione digitale, e di estendere tali insegnamenti ai genitori e ai docenti.

Sono anche raccomandate azioni di coordinamento internazionale contro i crimini verso i minori e politiche comuni per la rimozione di contenuti dannosi in rete, oltre allo sviluppo e all’applicazione di sistemi di parental control.

Fonte della notizia:
Parlamento Europeo

Gli adolescenti nascondono ai genitori la propria attività su Internet

2012-11-20

In concomitanza con la giornata mondiale dell’infanzia, McAfee e Atomik Research pubblicano i risultati di un’indagine su 400 tra genitori e adolescenti di vari Paesi europei. I tre quarti dei ragazzi italiani afferma di avere la fiducia dei propri genitori in relazione alla navigazione Internet e il 44% dei genitori è convinto di sapere tutto dell’attività in rete dei figli. Ma solo un quarto dei ragazzi ha dichiarato di non sapere come eludere questo controllo. Circa il 18% degli adolescenti italiani ha un indirizzo di posta elettronica sconosciuto ai genitori.

Il 43% degli intervistati italiani ammette che i loro genitori non approverebbero alcuni dei siti che visitano o dei video che vedono. Quasi la metà dei ragazzi italiani afferma di aver scaricato musica pirata e il 6% dice di aver comprato alcolici o farmaci su Internet. Significativo il 26,5% di adolescenti italiani (contro il 12% scarso degli europei) che dichiara di aver pubblicato una propria foto poco appropriata in rete.

Solamente il 2,2% dei genitori ha impostato il parental control sul computer di casa.

Fonte della notizia:
Data Manager e The Telegraph

Ratificata la Convenzione di Lanzarote per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale

2012-09-19

Il Senato della Repubblica italiana ha ratificato la Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale, abitualmente chiamata Convenzione di Lanzarote perché firmata il 25 ottobre 2007 a Lanzarote, nelle isole Canarie. Con la ratifica, dopo molti anni di attesa, si aggiunge finalmente al Codice penale l’art. 414-bis “Istigazione a pratiche di pedofilia e di pedopornografia” che condanna a reclusione chi con qualsiasi mezzo e con qualsiasi forma di espressione, pubblicamente istiga a commettere, in danno di minorenni, uno o più delitti previsti dagli articoli dello stesso codice riguardanti la pornografia e prostituzione minorile, il turismo sessuale, la corruzione, gli atti sessuali e la violenza. Alla stessa pena soggiace anche chi pubblicamente fa l’apologia di uno o più delitti citati e non possono essere invocate, a propria scusa, ragioni o finalità di carattere artistico, letterario, storico o di costume.

Il testo integrale originale in inglese della Convenzione di Lanzarote

Fonte della notizia:
Senato della Repubblica e Consiglio d’Europa

Gli adolescenti cercano il sesso su Internet

2012-09-18

Alla presentazione del 2° Congresso nazionale del Sindacato Medici Pediatri di Famiglia (SiMPeF), previsto il 21 e 22 settembre 2012, il sessuologo Maurizio Bini ha dichiarato che il 74% degli adolescenti maschi e il 37% delle femmine di pari età, ricorre al web per fare sesso, vedere sesso, sapere tutto sul sesso o cercare un partner. Il sexting è fotografarsi nudi o in pose provocanti, di nascosto dai genitori, inviando le immagini per MMS o via posta elettronica. Secondo una recente indagine, il 20% degli adolescenti ha inviato queste immagini e il 40% le ha ricevute, il che significa che non esiste solo il sexting attivo, ma anche quello passivo, non voluto, ma ugualmente rischioso per lo sviluppo dell’identità sessuale del giovane. Un altro fenomeno in crescita è la ricerca di materiale sessualmente esplicito sul web: ciò può provocare nel giovane evidenti ripercussioni sulla sessualità agita, e in particolare sul rapporto di fedeltà al partner. Infatti, proprio per quest’ampia disponibilità, si crea un rapporto con le immagini e l’immaginazione instabile: non si è fedeli al partner “fantasma” e lo si sarà probabilmente meno anche con il partner reale.

Fonte della notizia:

La privacy a scuola

2012-09-06

Il Garante della privacy ha pubblicato una nuova edizione dell’opuscolo del 2010 dedicato alle scuole: in sole cinque sintetiche pagine riassume in termini accessibili a docenti e studenti cosa è consentito fare negli istituti scolastici. I capitoli sono:

  • Temi in classe
  • Cellulari e tablet
  • Recite e gite scolastiche
  • Retta e servizio mensa
  • Telecamere
  • Inserimento professionale
  • Questionari per attività di ricerca
  • Iscrizione e registri on line, pagella elettronica
  • Voti, scrutini, esami di Stato
  • Trattamento dei dati personali

9 giugno: incontro formativo per ragazzi e famiglie a Terni su rischi e opportunità di Internet

2012-06-09
Nella parrocchia di S. Antonio a Terni, in via Curio Dentato, sabato 9 giugno alle 16, incontro con Michele Crudele su “Internet, famiglia e ragazzi: quali insidie e come difendersi”, in dialogo con genitori e figli.

Strategia dell’Unione Europea per un Internet più sicuro per i minori

2012-05-03

La Commissione europea ha pubblicato ieri un documento di strategia in cui delinea una serie di misure per:

  • incoraggiare le imprese europee a sviluppare contenuti online di qualità per i minori
  • creare un ambiente sicuro per i minori che navigano in Internet
  • sensibilizzare ai potenziali rischi cui sono esposti questi utenti e aiutarli fornendo loro gli strumenti e i sistemi necessari per proteggersi, sviluppare il proprio senso critico e le competenze informatiche
  • combattere l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori.

Audizione del direttore del portale ilFiltro.it al Consiglio Nazionale degli Utenti

2012-05-02

Il direttore del portale di difesa dei minori www.ilFiltro.it dell’Associazione Centro ELIS, Michele Crudele, è stato convocato oggi in audizione dal CNU – Consiglio Nazionale degli Utenti presso l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni per riferire sulle caratteristiche dei sistemi di protezione della navigazione dei minori in Internet.

Fonte della notizia:

Raccomandazione del Consiglio d’Europa sulla protezione dei minori in rete

2012-04-04

Il Consiglio d’Europa ha invitato gli Stati membri a prendere le opportune misure per garantire la sicurezza e proteggere la dignità dei minori in rete attraverso queste azioni:

  • informare chiaramente sui contenuti o i comportamenti illegali
  • sviluppare politiche editoriali per definire quali contenuti dei social network sono “inappropriati” senza impedire la libera espressione
  • impostare semplici meccanismi di segnalazione di illegalità o contenuti inadatti ai minori
  • condividere buone pratiche sul cyberbullismo e cybergrooming
  • evitare di bloccare o filtrare contenuti offensivi o pericolosi in modalità che possano impedirne l’accesso in nome della libera espressione; incoraggiare l’uso di sistemi di filtraggio ad attivazione volontaria.

L’ultimo punto sembra in polemica con le proposte di alcuni governi di applicare filtri a livello nazionale, anche se con la possibilità di disattivarli su richiesta. La raccomandazione del Consiglio d’Europa ribalta l’approccio: invece di bloccare tranne quando richiesto, bisogna lasciare tutto accessibile tranne quando richiesto di filtrare. La questione è importante perché il comportamento della gente è molto condizionato da quella che è la proposta standard: ogni azione ulteriore richiede il superamento di una soglia di interesse. Quindi se i contratti di navigazione Internet fossero sempre filtrati, la maggior parte della popolazione li lascerebbe in quello stato. Se invece fossero, come sono, sempre totalmente liberi, difficilmente attivano la protezione filtrata anche se gratuita.

Pubblicati su ilFiltro.it i risultati dei nuovi test dei sistemi di controllo della navigazione per la protezione dei minori

2012-02-07
In concomitanza con il Safer Internet Day del 7 febbraio 2012 sono stati pubblicati sul portale ilFiltro.it i risultati dei test annuali dei sistemi di controllo della navigazione Internet per la tutela dei minori in rete. Anche se la loro efficacia sembra bassa, rispetto a quanto dichiarato dai produttori (ma sono molto diversi i criteri di valutazione), questi programmi sono indispensabili per proteggere i bambini e gli adolescenti. Risultano anche molto utili per gli adulti perché prevengono numerosi problemi di sicurezza informatica ed evitano di cadere in molte delle “trappole” create da malviventi per sottrarre credenziali e denaro ai malcapitati.
Google inaugura una linea di maggiore protezione per i bambini sul social network03/02/2012
Google+, il social network integrato in tanti strumenti Google, ha inaugurato una linea di maggiore protezione dei minori, pubblicando guide esplicative nel suo Centro sicurezza adatte ai genitori, alle scuole e ai ragazzi. Affronta anche il tema della reputazione digitale, del bullismo, della privacy con consigli su come comportarsi nelle diverse situazioni.

La Polizia Postale: Non oscurare il web ma mettere regole per difendere i minori

01/02/2012

Il vicequestore Elvira D’Amato, del centro Nazionale per il Contrasto alla pedopornografia sulla rete presso il servizio della Polizia delle comunicazioni spiega che “non va demonizzato Internet. Servirebbero delle regole per permettere ai giovani un utilizzo sicuro di questo mezzo. Abbiamo ottime legislazioni e grazie a nuove leggi su questa materia la nostra attività investigativa ne può solo beneficiare. Il giovane nativo digitale non vede più la tecnologia come un semplice strumento: è ormai un qualcosa che fa parte di lui. Ormai bisogna prendere atto di un cambiamento di costumi. Prendiamo i social network, ad esempio Facebook: vietato ai minori di 13 anni, ne vediamo dentro al contrario molti, che spesso barano sull’età, e lo riempiono di proprie informazioni, a partire dalle foto. Ma servono delle regole per evitare che facciano proprio questo. Non oscurare, ma dare delle regole. È importante che una azienda si doti di sentinelle, che ci siano dei filtri in rete come ormai sta succedendo”.
L’aumento di segnalazioni di abuso di minori non è un caso: “Il minore di accosta al web, a questo o a quell’altro sito, per curiosità. Ma è come se si mettesse in vetrina, comincia a scimmiottare i modelli che offre la TV, le pubblicità. C’è un’evoluzione del costume sessuale, del buon gusto. Se il minore sta ore e ore sul web, il rischio di incontri con i pedofili aumenta. Ora è lo stesso minore ad essere attratto dall’adulto, dalla persona grande, gli piace provocare, lo vede come un gioco. Non bisogna trattare la tecnologia come una tata per i figli: la piazza virtuale è meno sicura di quella reale”.

Indagine nazionale sui comportamenti trasgressivi dei minori

05/01/2012

Il Moige – movimento genitori ha pubblicato il libro Vietato Non Vietato (Edizioni Magi, 2011 – ISBN 978-88-7487-076-9) con la raccolta dei risultati di un’indagine nazionale sul comportamento dei minori relativamente all’accesso a prodotti inadatti o vietati alla loro età. Lo studio è stato realizzato su un campione rappresentativo di 2000 ragazzi da 11 a 18 anni dal Centro Interuniversitario per la ricerca sulla Genesi e sullo sviluppo delle Motivazioni Prosociali e Antisociali della Sapienza Università di Roma prendendo in considerazione alcol, fumo, giochi con vincita in denaro, videogiochi non adatti ai minori e pornografia.
Tra le statistiche riportate, risalta che la fonte più frequente di consultazione di video pornografici (erano possibili più risposte) è Internet a casa (18% tra studenti medi e 30% tra superiori) e la seconda e terza sono Internet fuori casa e i cellulari (poco meno dell’8% ciascuna, sia per medi che per superiori); nessuna risposta hanno dato il 75% dei medi e il 69% dei superiori.
Alla domanda sull’esistenza di sistemi di controllo della navigazione (parental control) sui computer usati, hanno risposto quasi tutti, e di loro hanno detto di sì a casa il 24% degli studenti medi e il 14% dei superiori, mentre a scuola 23% delle medie e 41% delle superiori. Molte le risposte “non so”, spesso oltre il 50%. Purtroppo proprio dove ce ne sarebbe più bisogno, perché non ci sono tecnici di laboratorio di informatica nelle scuole medie, non si adottano le precauzioni per la navigazione.
Alla domanda se nell’ultimo anno ti è capitato di vedere su Internet film, fotografie o altro materiale a contenuto pornografico, ha risposto “mai” il 60% (di cui solo un terzo maschi) degli studenti delle scuole medie e il 43,5% (di cui solo un settimo maschi) delle superiori. Considerata la facilità di reperimento, anche non voluto, di foto porno in rete, sono risposte un po’ “sospette” che possono essere interpretate con una scarsa sensibilità al tema, per cui “porno” vorrebbe dire solamente “estremo”, “hard”.
Il grande sforzo di raccolta di dati avrebbe meritato una maggiore qualità nella rappresentazione dei dati, non sempre chiara e coerente soprattutto nella gestione dei dati mancanti (le non risposte).
Unicef: rafforzare la consapevolezza dei bambini sui rischi di Internet14/12/2011
Il centro ricerche Innocenti dell’Unicef ha pubblicato un rapporto realizzato in collaborazione con il CEOP – Child Exploitation and Online Protection Centre inglese nel quale evidenzia tra l’altro che la prima linea di difesa dei bambini dallo sfruttamento sessuale in rete è la crescita della loro consapevolezza dei rischi. Sono considerati generalmente più esperti dei genitori e dei loro educatori, ma hanno una diversa percezione dei pericoli che corrono su Internet. Sanno come predisporre difese in rete, ma non è detto che sappiano cosa può veramente danneggiarli. I telefoni mobili stanno diventando il punto di accesso a Internet preferito e questo, con l’aumento di velocità di navigazione e le telecamere incorporate, dà maggiori possibilità agli adescatori.
Il rapporto chiede quindi di aiutare culturalmente i bambini, condannare chi abusa, ridurre il materiale pericoloso in rete, curare il recupero dei bambini violati. Invita quindi anche le imprese a produrre filtri più efficaci.
Nel 2010 l’Internet Watch Foundation ha identificato 16.700 casi di contenuto pedopornografico nel mondo e stima che ci siano milioni di immagini in rete, che stanno diventando sempre più sofisticate e violente, con decine di migliaia di bambini coinvolti, di cui il 73% sotto i dieci anni.

Telefono Azzurro: Indagine Conoscitiva 2011 sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza

06/12/2011

Telefono Azzurro ed Eurispes hanno pubblicato il consueto rapporto annuale sull’infanzia e l’adolescenza italiana giunto alla dodicesima edizione, quest’anno coinvolgendo anche i genitori. Questi ultimi parlano di Internet e delle nuove tecnologie con i figli nel 29,6% dei casi. Solo il 4,8% dei ragazzi non usa mai Internet, mentre il 37,7% naviga oltre due ore al giorno. Il 49,9% perde la cognizione del tempo quando è in rete, dimenticandosi di fare altre cose. Il 6,7% ha inviato foto o video a sfondo sessuale e il 10,2% li ha ricevuti.
Il 46,1% dei ragazzi legge di meno da quando utilizza Internet, il 21% sta meno all’aria aperta, il 14,3% parla meno con i genitori e il 9,8% vede meno i suoi amici. Tra i 12 e i 15 anni il 42,5% controlla continuamente la posta elettronica o Facebook sperando che qualcuno gli abbia inviato un messaggio. Il 34,3% dei ragazzi usa Internet per non pensare e per sentirsi meglio. Il 19,5% si sente irrequieto, nervoso e triste quando non può accedere alla Rete e il 17,2%, ha cercato di ridurre l’uso di Internet senza riuscirci.
Ma nonostante l’amore per le tecnologie, il 75% dei giovani ama parlare delle cose importanti di persona.

Coalizione di 28 grandi aziende per difendere i minori su Internet

02/12/2011

Su iniziativa della Commissione Europea, il 1° dicembre 2011 ventotto grandi aziende hanno formato una Coalizione per rendere migliore e più sicura la navigazione Internet dei bambini: Apple, BSkyB, BT, Dailymotion, Deutsche Telekom, Facebook, France Telecom-Orange, Google, Hyves, KPN, Liberty Global, LG Electronics, Mediaset, Microsoft, Netlog, Nintendo, Nokia, Opera Software, Research in Motion, RTL Group, Samsung, Sulake, Telefonica, TeliaSonera, Telenor Group, Tuenti, Vivendi, Vodafone. Le azioni prioritarie saranno: facilitare la segnalazione e la rimozione di contenuti pericolosi, assicurare l’impostazione di tutela della privacy adatta all’età, offrire più opzioni di parental control, tenendo presente che bambini sermpre più piccoli accedono alla rete.

Proposte dei ministri europei per la protezione dei minori in rete

02/12/2011

Il 29 novembre i ministri europei responsabili del settore audiovisivo hanno formulato proposte per migliorare la sicurezza dei minori in rete. Partendo dal dato che i bambini iniziano a 7 anni a navigare su Internet e che a 14 anni i tre quarti di loro ha un profilo sui social networks, hanno auspicato la creazione di un ambiente protetto per loro, basato su principi di dignità umana, sicurezza e rispetto della privacy. Hanno anche sottolineato l’importanza di educare sia i minori che i loro genitori e docenti a minimizzare e affrontare i rischi. In particolare hanno proposto la creazione di motori di ricerca dedicati, di sistemi di parental control e di regole di sicurezza nell’uso dei social networks.
Il contributo del portale www.ilFiltro.it a TV200023/11/2011
Michele Crudele è stato intervistato il 21 novembre 2011 da TV2000 per spiegare cosa è il parental control e quanto è efficace per la protezione dei bambini su Internet.

Stati generali 2011 della Società Italiana di Pediatria: la proposta di ilFiltro.it

20/11/2011

Michele Crudele è stato invitato agli Stati generali 2011 della Società Italiana di Pediatria, a Roma sabato 19 novembre, per parlare dei sistemi di protezione della navigazione su Internet. Nel suo intervento ha sottolineato come, al di là dei contenuti estremamente negativi facilmente alla portata dei bambini se non si utilizzano filtri, il web non sia adatto ai minori così come lo utilizziamo tutti i giorni. Il nostro approccio passa sempre attraverso Google e i risultati non sono certamente pensati per i bambini. Sarebbe auspicabile un Google Junior che permetta ai più piccoli di ottenere risultati coerenti con la loro capacità di comprensione. Esistono motori dedicati, non gestiti da Google, ma sono poco conosciuti e utilizzati.
Lunedì 21: il portale www.ilFiltro.it in diretta su TV200018/11/2011
Michele Crudele parlerà su TV2000 (canale 28 del digitale terrestre) lunedì 21 novembre 2011 alle 9:40 circa sui sistemi di protezione della navigazione per i bambini.

Per un web sicuro: progetto Moige

26/10/2011

“Per un web sicuro” è un progetto promosso da Moige – movimento genitori, in collaborazione con Trend Micro, Cisco e Polizia Postale e delle Comunicazioni e con il patrocinio di Anp – Associazione Nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola, con l’obiettivo di sensibilizzare ragazzi, genitori e insegnanti su un uso corretto e responsabile della rete. La campagna coinvolgerà 30 scuole medie in 5 regioni italiane (Lazio, Lombardia, Piemonte, Campania, Puglia), incontrando oltre 10.000 studenti e 21.000 adulti fra genitori e docenti.
Da una ricerca condotta da SWG per il Moige è emerso che 7 minori su 10 navigano in rete quotidianamente.
Il 58% dei genitori di bambini dai 12 ai 13 anni sostiene che i figli visitano solitamente i siti dei social network e dei motori di ricerca. Da un focus group condotto da A&F Research risulta che solo 3 adulti (30%) e 4 ragazzi su 10 (40%) sanno come impostare le regole di privacy nei Social Network.
8 genitori su 100 utilizzano le funzioni di Parental Control messe a disposizione dai software di sicurezza.

Anonymous ha deciso di attaccare i siti pedofili

24/10/2011

Il gruppo di hackers chiamato Anonymous, famoso per alcune azioni clamorose di attacco (riuscito) a siti di istituzioni pubbliche e private, in nome della libertà di espressione o di difesa di diritti, ha deciso di iniziare l’attacco ai siti che contengono pornografia infantile. Finora ne ha già distrutti alcune decine, pubblicando i nomi di migliaia di persone che li utilizzavano.
Corso per imparare a pubblicare su Internet dal 15 ottobre03/10/2011
Sono aperte le iscrizioni al corso INTERNET: DAL PENSIERO ALL’AZIONE – La sfida del web 2.0 come opportunità di incrementare la qualità delle risorse in rete, organizzato dal portale www.ilFiltro.it dell’Associazione Centro ELIS e dall’Associazione Iscom.

Necessarie ulteriori azioni per proteggere i bambini su Internet: un rapporto della Commissione Europea

15/09/2011

La Commissione europea ha presentato il 13 settembre 2011 una relazione in cui afferma che le misure adottate dagli Stati dell’Unione Europea per attuare le raccomandazioni del 1998 e del 2006 relative alla tutela dei minori che usano servizi audiovisivi e online, si sono rivelate nel complesso insufficienti. Gli Stati membri non rispondono in modo adeguato o adottano approcci variabili alla lotta e alla segnalazione dei contenuti nocivi, per garantire che i bambini consultino contenuti adatti alla loro età, rendere più sicuri i siti di socializzazione per i minori e proteggerli dai videogiochi nocivi. La relazione mostra che esiste un notevole margine di miglioramento per rafforzare la protezione dei minori in questi ambiti.
La Commissione intende affrontare tali problematiche più avanti nel corso dell’anno mediante un’iniziativa di ampio respiro volta a educare e proteggere i bambini che usano le nuove tecnologie.
Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione responsabile dell’Agenda digitale ha dichiarato: I bambini si recano online più spesso e cominciano più giovani, esplorando un entusiasmante mondo digitale pieno di opportunità. Dobbiamo però imprimere urgentemente un impulso alle nostre azioni e al modo di collaborare per educare e proteggere i bambini in questo mondo virtuale in continua evoluzione. Dobbiamo infondere ai genitori e agli insegnanti la fiducia necessaria per assumersi le loro responsabilità. La strategia che intendo presentare nel corso dell’anno affronterà direttamente questi problemi.
La relazione suggerisce diverse azioni, tra le quali:
  • Contenuti illeciti e nocivi: diffondere la conoscenza delle linee dirette e migliorare le infrastrutture di sostegno per agevolare la rimozione di contenuti illeciti.
  • Networking sociale e privacy: incrementare la consapevolezza dei rischi e i modi per ridurli.
  • Classificazione per età e sistemi di codifica: un uso più ampio dei sistemi di classificazione per età (come PEGI) per i videogiochi online; sviluppo di codici di condotta e altri modi per aumentare la conoscenza della classificazione per età da parte dei rivenditori, in modo da evitare la vendita ai “minori”.

Da un sondaggio EUKidsOnline (IP/11/479), in Europa i bambini fra i 9 e i 10 anni che usano internet dichiarano di avere iniziato a recarsi online a sette anni. Il 33% di quelli che navigano usa un telefono cellulare o palmare. Il 77% dei ragazzi tra i 13 e i 16 anni e il 38% degli intervistati nella fascia di età dai 9 ai 12 anni sostiene di avere registrato un profilo su un sito di socializzazione; un quarto degli utenti di tali siti dichiara di avere un profilo pubblico. Qualsiasi strategia di portata unionale in quest’ambito deve tenere conto della natura globale e in constante evoluzione dell’ambiente digitale, per rispondere in modo flessibile alle nuove sfide.

L’importanza della difesa dei minori su Internet: presentati i risultati dell’indagine ELIS 2011

14/09/2011

Il 14 settembre sono stati presentati i risultati dell’indagine ELIS 2011 sulla percezione dei rischi dei bambini su Internet in Italia. Nella sezione Progetti di formazione sono disponibili il documento riassuntivo e le diapositive illustrative.

Conferenza stampa sulla percezione dei rischi su Internet per i bambini

01/09/2011

La difesa dei bambini su Internet, un problema di tutti: cosa ne pensano gli italiani
Presentazione dei dati dell’indagine nazionale ELIS 2011
Biblioteca Centro ELIS, via Sandro Sandri 71 – 00159 Roma
Mercoledì 14 settembre alle 11 si terrà la conferenza stampa di presentazione dei risultati dell’indagine ELIS commissionata a Format per comprendere se e quanto i genitori italiani siano consapevoli dei pericoli di Internet e se proteggono opportunamente i propri figli durante la navigazione in rete. Sarà presente la Polizia Postale e delle Comunicazioni, lo psichiatra Federico Tonioni – autore del libro “Quando Internet diventa una droga”, e coordinatore dell’Ambulatorio del Policlinico Gemelli sulle patologie da dipendenza da Internet -, Michele Crudele direttore del portale ELIS www.ilFiltro.it sulla difesa dei minori, e Pierluigi Ascani, presidente dell’Istituto di ricerca Format di Roma. Sono invitati i giornalisti ed in particolare i docenti delle scuole primarie di Roma per affrontare con consapevolezza la tutela dei loro alunni dai rischi di Internet.
Il direttore del Centro ELIS a Uno Mattina martedì 26 luglio25/07/2011
Dalle 9:15 di martedì 26 luglio su Uno Mattina si parla del rapporto sempre più spregiudicato tra i minori e il sesso, che passa anche attraverso telefonini, web e social network. In studio Michele Crudele, direttore del Centro ELIS e ideatore del portale in difesa dei minori www.ilFiltro.it e la giornalista de Il Messaggero Marida Lombardo Pijola, autrice del libro “Ho dodici anni, faccio la cubista, mi chiamano Principessa – Storie di bulli, lolite e altri bimbi”.

Solo Bebo e MySpace hanno una politica corretta di tutela degli utenti

22/06/2011

Nel giugno 2011 la Commissione Europea ha pubblicato il primo lotto di analisi dell’applicazione dei Principi per un Social Network più sicuro nell’Unione Europea, riguardante Arto, Bebo, Facebook, Giovani.it, Hyves, MySpace, Nasza-klaza.pl, Netlog, One.lt, Ratee , SchulerVZ, IRC Galleria (Sulake), Tuenti, Zap.lu. Ognuna di queste società ha inviato una dichiarazione nella quale risponde a domande sui principi di gestione della tutela degli utenti in relazione all’informativa sulla sicurezza, alla disponibilità di strumenti di difesa, alla facilità di segnalare violazioni, alla politica di incentivazione dell’uso corretto della rete, all’analisi di comportamenti e contenuti illegali.
Risulta che, mentre Bebo ottiene il massimo dei voti nella valutazione dei 7 principi e in 4 su 5 nell’implementazione, e MySpace eccellenza in 9 e sufficienza in 3 principi, Facebook ottiene la sufficienza in tutto, ma l’eccellenza solo su 2 punti sul totale di 12. Drammatica è la valutazione di Giovani.it che risulta insufficiente in 9 principi e sufficiente solo in 3. Non vanno molto meglio gli altri social network esaminati, poco conosciuti in Italia.

Nuovo leader della classifica dei test dei programmi di parental control

30/04/2011

La versione 2 di Profil Parental Filter ha conquistato la prima posizione della nostra classifica di efficacia dei programmi di parental control per le sue caratteristiche innovative nell’analisi delle immagini e nel blocco delle lingue diverse da quelle prescelte.

Ogni mese più di 12.000 pedofili su Internet

07/04/2011

Telefono Arcobaleno riporta che dall’inizio del 2011 ci sono 18.185 nuovi siti pedofili e sono più di 12.000 al mese i consumatori di pedopornografia. La quasi totalità della pedofilia on line si concentra in Europa (51%) e Nord America (47%), con un coinvolgimento sempre maggiore dei paesi di origine anglosassone (USA, Canada, Cipro, Regno Unito). Sempre in Europa e Nord America si registra la maggiore concentrazione di pedofili che ricercano quantità sempre crescenti di foto e video per soddisfare la loro perversione.

L’Italia ospita una quantità minima di siti pedofili, ma registra il 4° posto mondiale nelle richieste di materiale pedopornografico sul web: nel primo trimestre 2011 sono il 6% i consumatori italiani di pedofilia.

L’oscuramento dei siti pedofili segnalati dalle organizzazioni come Telefono Arcobaleno è prontamente effettuato dai fornitori di connettività italiani, anche in applicazione delle leggi vigenti.

Stop violence on social media

16/03/2011

In occasione del Safer Internet day 8 febbraio 2011 Davide.it, Intermedia Consulting e Cece (Confederación Española de Centros de Enseñanza) hanno lanciato “Stop violence on social media”, progetto finanziato dall’Unione Europea nell’ambito di Daphne III, programma che mira a prevenire e combattere ogni forma di violenza.
Il progetto ha l’obiettivo di sensibilizzare ragazzi, insegnanti e genitori di scuole italiane e spagnole all’uso sicuro dei social media attraverso un approccio educativo congiunto.

Google e la sicurezza delle famiglie in rete

12/03/2011

Google ha aperto una sezione dedicata alla sicurezza online per la famiglia con informazioni dedicate all’uso dei meccanismi di protezione da contenuti inadatti ai bambini cercando su Google o YouTube.
Nella pagina principale appare una intervista filmata a Stefano Maruzzi, Country Manager di Google, che in passato è stato responsabile Microsoft di MSN.it e ha partecipato alle audizioni del Comitato Internet e Minori. Maruzzi affronta correttamente su una base di fiducia il problema della relazione con i figli riguardo alla navigazione in rete, ma afferma che non ha installato filtri di protezione per le figlie adolescenti: sorprende la sua decisione tenendo presenti i rischi derivanti anche da azioni non volontarie nell’uso del web. Si incappa in siti pericolosi anche senza andarli a cercare e un filtro crea un argine utile per evitare danni.

Una valutazione comparativa molto dettagliata dei sistemi di controllo della navigazione dei minori

06/03/2011

Il progetto SIP Bench II, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Safer Internet, ha prodotto una tabella di valutazione delle caratteristiche di molti sistemi di parental control disponibili in Europa. È possibile scegliere le caratteristiche desiderate, in base al tipo di computer posseduto, all’età dei figli e ad altri parametri, per determinare la migliore soluzione.

I genitori sono poco attenti al controllo della navigazione dei loro figli

15/02/2011

In occasione del Safer Internet Day 2011 Moige e Trend Micro hanno presentato i risultati emersi da un’indagine con focus group di genitori. Emerge uno scenario in cui il web è ormai un ambiente fondamentale di riferimento per genitori e figli, che stimola e incuriosisce e del quale ormai “non si può fare a meno”: “c’è tutto il Mondo”. Nelle famiglie sono spesso disponibili diversi strumenti per navigare, utilizzati con una crescente autonomia dai minori, specie dai 10 anni in su. L’uso di Internet va molto oltre il gioco e la ricerca didattica ed è diventato il prerequisito dell’entrata nel mondo dei social networks. Il genitore non ostacola e spesso favorisce un approccio precoce anche con l’intento di favorire l’adattamento e integrazione dei figli alle nuove modalità di comunicazione e relazione sociale. I social networks sono molto apprezzati dai ragazzi italiani: l’82,9% nella fascia tra 15 e 16 anni, e il 74,3% in quella 11-14. Anche un 20% dei più piccoli non è indifferente. Quasi 9 ragazzi su 10 preferiscono Facebook.
La sensazione di pericolo dei genitori riguardo l’uso del web da parte dei minori è abbastanza relativa, e scaturisce solo da eventi di cronaca o da informazioni provenienti da fonti autorevoli: sembra emergere una sorta di “abitudine anestetica”, presumibilmente incentivata da una scarsa conoscenza effettiva dei pericoli “non so neanche bene cosa devo controllare, mi fido di mio figlio”. La fiducia nei comportamenti dei figli in rete è infatti piuttosto elevata (6,79 in una scala da 1 a 10). Anche i bambini e i ragazzi, del resto, manifestano una radicata convinzione (8,3 in una scala da 1 a 10) che “i genitori si fidano dei miei comportamenti online”.
Prevale dunque un “controllo ambientale generico”, basato su una selezione di tempi e possibilità di utilizzo della Rete e su un generico ricorso al dialogo, nella quasi totale assenza di software specifici e funzioni di parental control. Le misure di controllo e prevenzione adottate dai genitori, di fatto, non sembrano tra le più severe ed efficaci: 6 genitori su 10 si limitano a parlare genericamente dell’argomento con i propri figli, 4 su 10 navigano insieme a loro e solo 3 su 10 condividono la scelta dei siti da visitare. Il 40% controlla periodicamente siti visitati e le attività online, mentre solo l’8% dei genitori utilizza le funzioni di parental control.
Non vi è una chiara consapevolezza da parte degli adulti di come fare per evitare i pericoli evidenti in rete: prevale un generico “ci sono tutti e lo utilizzano tutti”, nella convinzione che “il divieto non funziona, bisogna insegnare ai ragazzi come comportarsi”.

Agenda digitale: la Commissione intensificherà gli sforzi per tutelare i minori on-line

09/02/2011

In occasione della giornata Safer Internet del 2011 dedicata a “Internet è più di un gioco, è la tua vita!”, la Commissione europea ha annunciato che intende intensificare il dialogo con le imprese del settore TIC e con le organizzazioni di tutela dei minori per incoraggiare la progettazione di prodotti più sicuri che aiutino a proteggere i minori on-line. Sono sempre più giovani i minori che cominciano a utilizzare internet, non soltanto con il computer, ma anche dalle console di giochi e dai telefoni cellulari. In Europa più dell’82% degli adolescenti di età compresa tra i 15 e i 16 anni e il 26% dei bambini tra i 9 e 10 anni hanno un profilo su un sito di socializzazione in rete. Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea responsabile dell’agenda digitale, ha dichiarato: È difficile per i genitori garantire la sicurezza dei loro figli on-line, soprattutto adesso che i ragazzi possono accedere a internet non soltanto dai computer, ma anche da smart phone e console di giochi. È grande quindi la responsabilità del settore TIC nel fornire prodotti e servizi che proteggano i minori on-line e diano loro gli strumenti per difendersi. Abbiamo avuto una collaborazione produttiva con le società di gestione dei siti di socializzazione in rete e con gli operatori di telefonia mobile. Ci rivolgiamo ora a tutti gli operatori del settore TIC invitandoli a collaborare per migliorare la protezione dei minori on-line.

I bambini sono su Internet prima di nascere!

30/01/2011

AVG, produttrice di uno dei più famosi antivirus, ha intervistato in tutto il mondo nel settembre scorso 2200 madri con figli di due anni o meno, scoprendo che l’81% (68% in Italia) di loro ha messo su Internet foto dei loro bambini.
In media sono necessari solamente sei mesi prima che un neonato abbia la sua personalità in rete.
Il 7% di loro ha un indirizzo di posta elettronica dalla nascita e il 5% un profilo tipo Facebook. Il 23% (14% in Italia) dei figli appare in rete anche prima di nascere, con le proprie ecografie.

Ignari distributori di pedopornografia

08/01/2011

In 30 Paesi 300 domini e 700 siti web sono stati ripuliti dalle polizie nazionali da codice maligno introdotto da criminali che vendevano materiale pedopornografico. Gli ignari proprietari dei server si sono trovati quindi a collaborare con la rete di diffusione di pedofili interessati a immagini di abusi su minori. L’indagine “Venice Carnival” è partita nel 2009 da una segnalazione di una nonna che, da un sito di vendita online è finita su uno pedopornografico. Questo esempio dimostra da una parte l’importanza di segnalare alla Polizia delle Comunicazioni fatti simili e dall’altra la necessità di dotarsi di un filtro di protezione della navigazione che, in molti casi, può impedire l’accesso a siti pericolosi o per lo meno avvertire del rischio.
La tecnica di “masquerading” cioè di sostituirsi a un sito legittimo può essere attuata in diversi modi, tramite agenti sul computer dal quale si naviga oppure, come sembra in questo caso, tramite compromissione del server visitato.